L'annuncio che il film 'Batgirl' non uscirà mai ha colto molti di sorpresa: Warner Bros. aveva per le mani un prodotto interessante, quanto meno sulla carta, e la lavorazione era già molto avanti. Ciononostante ha deciso di affondarlo, derubricando come perdite i 90 milioni di dollari messi in campo. Cos'è successo? Il riassunto breve è che il film ha pagato un cambio di strategia aziendale. Non è dunque colpa sua. O almeno, questo è ciò che si ricava leggendo un lungo reportage dell'Hollywood Reporter, che ha potuto consultare fonti interne a Warner Bros.
Joker 2 si fa: il sequel con Joaquin Phoenix (e forse Lady Gaga) è in lavorazione PERCHÉ 'BATGIRL' ERA PROMETTENTE? In termini puramente commerciali e di comunicazione, 'Batgirl' aveva ottime frecce al proprio arco. Intanto, l'attrice Leslie Grace era la prima donna latina a interpretare un ruolo protagonista all'interno dell'universo narrativo dei supereroi DC. Inoltre, nel cast era anche presente l'attrice transgender Ivory Aquino. Infine, i registi erano Adil El Arbi e Bilall Fallah, apprezzati per il lavoro svolto in occasione di 'Bad Boys for Life' (2020) e con un'identità musulmana, belga e marocchina. Tutte cose appunto interessanti, in termini di inclusività e originalità. I TEST ERANO ANDATI BENE Le potenzialità erano state confermate dall'unico test screening effettuato: come da tradizione, a Hollywood, un campione rappresentativo del pubblico potenziale aveva potuto guardare 'Batgirl' in una versione provvisoria e con molti effetti speciali ancora da rifinire. Solitamente, lo scopo di questi test non è di avere un giudizio definitivo sul film nella sua interezza, anche perché non è completato, ma di comprendere come gli spettatori reagiscono a determinate parti del racconto, in modo da correggere il tiro se necessario. Secondo quanto trapelato, il test è andato benino: niente entusiasmi, ma nemmeno stroncature. Si parla di una media voto fra 60 e 70 centesimi, più vicino ai 60. Un numero paragonabile a quello ottenuto nei test screening di 'It' (2017), che è poi uscito al cinema e ha incassato oltre 700 milioni di dollari al botteghino. IL PROBLEMA DEL BUDGET 'Batgirl' era stato finanziato con un budget da 80 milioni di dollari, lievitati a 90 per colpa dei ritardi causati dalla pandemia di Coronavirus: una cifra ingente, ma non così grande se pensiamo all'investimento tipo di un film di supereroi, che è facilmente pari al doppio. Secondo il reportage dell'Hollywood Reporter, il problema è che 'Batgirl' era stato sin da subito pensato per la distribuzione in streaming su HBO Max. E doveva essere il primo di una serie di "film piccoli" dedicati ai supereroi DC. Sin dalla scrittura della sceneggiatura, ogni elemento era stato curato in vista del piccolo schermo. Mancavano dunque le caratteristiche necessarie a ben figurare al cinema. E in questo senso il budget è stato ritenuto troppo oneroso. IL CAMBIO DI STRATEGIA AZIENDALE L'8 aprile 2022 la casa di produzione Warner Bros. è stata inglobata in Discovery Inc., generando una nuova multinazionale dei mass media. Contestualmente c'è stato un cambio dell'assetto aziendale e David Zaslav è diventato il nuovo amministratore delegato di Warner Bros. Discovery. È stato lui a ricevere l'eredità lasciata dall'ex CEO di WarnerMedia, Jason Kilar. Colui che aveva deciso il finanziamento di 'Batgirl'. Secondo la ricostruzione dell'Hollywood Reporter, Zaslav ha deciso che era un nonsenso finanziario investire 90 milioni di dollari in un film destinato allo streaming, perché non avrebbe attratto più abbonati di quanto avrebbe potuto fare un lungometraggio costato la metà o anche meno. Dal canto suo, 'Batgirl' non poteva essere "pompato" in vista dell'uscita su grande schermo, perché confezionato sin dall'inizio per quello piccolo. "Se deve uscire al cinema, deve sembrare adatto alla sala", ha detto una fonte anonima interna a Warner. Da qui la decisione di David Zaslav: cancellare 'Batgirl', senza finanziare le ulteriori fasi di realizzazione (per quanto poche), e piazzare i suoi 90 milioni nella casella delle perdite, così da averne un vantaggio in termini fiscali.