"Come lo spieghi Mastroianni? Eh… – sospira Luca Argentero – È un simbolo, un attore che ha fatto la storia del nostro cinema, ma che, insieme alla Loren forse, è diventato anche un modo di raccontare il nostro Paese all’estero". Proprio a lui, attore amatissimo dei nostri tempi, tocca raccontare il divo più acclamato di sempre del cinema italiano (e non solo), come narratore in Ciao, Marcello. Mastroianni l’antidivo, docufilm diretto da Fabrizio Corallo, che Raitre propone oggi ottobre in prima serata per il centenario della nascita di Mastroianni (1924 - 1996).
L’attore, nato a Fontana Liri (Frosinone), figlio di un falegname e di un’impiegata, viene celebrato da un’angolazione inedita e con un tono il più possibile “understatement“, come era nella sua natura. Tra materiali d’archivio, backstage girati sui suoi set, brani di fllm e video privati, Argentero ne ripercorre la vita avventurosa e la carriera straordinaria con una giovane assistente montatrice (Barbara Venturato). "È un modo per rendere omaggio, nel mio piccolo, a un interprete che è un punto di riferimento per tutti quelli che fanno questo mestiere – racconta Argentero – Mastroianni aveva un modo di recitare assolutamente moderno e contemporaneo. Molti attori di quella generazione erano già molto avanti. Penso anche a Ugo Tognazzi. Lui in più è riuscito a portare nel mondo il cosiddetto Made in Italy e a raccontare alcune delle nostre facce più belle. Ha contribuito, secondo me, a creare il mito dell’Italia. È un gran pezzo della nostra storia e cultura".
Dagli esordi in teatro con Luchino Visconti (e Vittorio Gassman ad aiutarlo con le battute in camerino), in 150 film Mastroianni ha lavorato con tutti i grandi, da Monicelli a Scola, Antonioni, Ferrei. Federico Fellini lo elegge suo alter ego e lo consacra in capolavori come: La dolce vita e Otto e mezzo. Ci sono poi tutte le sue donne, sul set e nella vita, da Sophia Loren che diventerà quasi una sorella e con cui gira dodici pellicole (da Una giornata particolare a Matrimonio all’italiana) alla moglie Flora Carabella, poi Ursula Andress, Anita Ekberg, Faye Dunaway, Catherine Denevue, le figlie Chiara e Barbara, Anna Maria Tatò.
I suoi vizi e virtù, dalla “telefonite“ al cibo, per lui tema serissimo. E anche il capitolo, meno noto, di quel musical che volle assolutamente fare con Garinei e Giovannini, Ciao Rudy, dedicato a Rodolfo Valentino.