Sabato 21 Dicembre 2024
PATRIZIA TOSSI
PATRIZIA TOSSI
Cinema e Serie Tv

Anna Nicole Smith, la storia vera su Netflix: la trama del docufilm

A sedici anni dalla morte, debutta oggi il documentario sulla vita dell’ex Playmate. Una storia travagliata tra cause legali per l’eredità del marito miliardario, la morte del figlio e la solitudine

Anna Nicole Smith

Bellissima sulle passerelle più glamour, sola e travagliata nella vita reale. Esce oggi, martedì 16 maggio, su Nerflix il docufilm sulla storia vera di Anna Nicole Smith, la modella, attrice e show girl statunitense che ha fatto sognare il mondo. Una vita fatta di montagne russe: dalle patinate copertine di playboy – che nel 1993 la consacrò ‘Playmate of the year’ – fino al contestato matrimonio con il miliardario 86enne James Howard Marshall II, che prima fece tanto scandalo e poi le procurò una lunga sequela di guai giudiziari per la contesa dell’eredità. Ma anche i dolori di una diva tanto desiderata, quando sola. La morte del figlio 20enne, gli affetti familiari difficili e la lenta agonia che nel 2007 la portò alla comparsa prematura. Tutto questo, e non solo, verrà ricostruito nel documentario attraverso filmati inediti e testimonianze di chi ha conosciuto Vickie Lynn Hogan, il vero nome della donna che ha fatto innamorare il mondo ed è morta a soli 39 anni per un mix di farmaci e sonniferi.

Trama e anticipazioni

Anna Nicole Smith: la storia vera è una ricostruzione coraggiosa che va oltre l’immagine della diva perfetta, per scavare nel lato più umano di Vickie, morta a soli 39 anni per un eccesso di farmaci e tranquillanti durante la corsa in ospedale dalla sua camera del Casinò Hard Rock Cafe di Hollywood. Diretto da Ursula Macfarlane, il documentario in uscita su Netflix ripercorre e analizza la carriera e la vita privata della Playmate più famosa degli anni Novanta, mostrando le fragilità e le vicissitudini della bella ragazza texana diventata un’icona. Dall’infanzia scandita dalla solitudine – fu abbandonata dal padre quando era ancora in fasce e fu cresciuta dalla madre e dalla zia materna – al successo improvviso e a quell’immagine da star che alla fine la divorò. Il docufilm prova a fare luce anche sul contestato testamento dell'ultra ottuagenario marito, l’imprenditore James Howard Marshall II, e la feroce battaglia legale scatenata dal figlio del miliardario durata fino alla morte di Anna Nicole Smith.

Il mistero della morte

La morte di Anna Nicole Smith fu al centro di tanti dubbi e qualche tesi complottista di chi urlò all’ipotesi dell’omicidio. La modella fu trovata priva di sensi in una stanza del Casinò dell’Hard Rock Cafe di Hollywwod l'8 febbraio 2007. Morì durante il trasporto in ambulanza verso il Memorial Regional Hospital, sei mesi dopo la scomparsa del suo primo figlio ventenne Daniel. Le circostanze del decesso rimasero avvolte nel mistero per qualche settimana, finché le autorità competenti non dichiararono ufficialmente che la Smith morì per un collasso in seguito all'uso eccessivo di almeno nove sostanze diverse (compreso il metadone), che lei consumava abitualmente per combattere la depressione, l'insonnia e i dolori. La ricostruzione della polizia smentì le voci di suicidio e di complotto per l'assassinio, che nel frattempo avevano cominciato a circolare.

Chi era Anna Nicole Smith

Vickie Lynn Hogan, il vero nome di Anna, è nata a Houston il 28 novembre 1967. Dopo la separazione dal primo marito – Billy Smith, un cuoco che sposò a 18 anni e da cui si separò dopo poco – iniziò a lavorare come spogliarellista per mantenere il suo primo figlio. Fu nel locale notturno in cui lavorava che incontrò il miliardario James Howard Marshall II, con cui iniziò una relazione sentimentale che fece scandalo per la grande differenza di età. Quando i due si sposarono, nel 1993, lui aveva 89 anni e lei soltanto 26. Fu la rivista Playboy a dare inizio alla sua carriera da modella e attrice, lanciandola sulla scena internazionale. Era il 1992 e Anna firmò un contratto milionario con la rivista dopo che Claudia Schiffer rinunciò a posare senza veli. Nel 1993 venne nominata Playmate dell'anno, prendendo il posto di Corinna Harney.

Da Playmate a diva di Hollywood

Bellissima e seducente, Anna diventò presto un sex symbol di successo grazie alle copertine di Playboy. Dal 1994 al 2007, recitò in diversi film e alcune serie tv che la fecero diventare tra i volti più apprezzati della televisione americana. Dopo il debutto al cinema con ‘Mister Hula Hoop’ dei fratelli Coen (1994), recitò in ‘Una pallottola spuntata 33 1/3 - L'insulto finale’ al fianco di Leslie Nielsen e Priscilla Presley. L’ultimo lavoro fu ‘Illegal Aliens’ (2207), poi la morte improvvisa cancellò il sogno per sempre.

La causa per l'eredità

Dalla morte di Marshall nel 1995, dopo due anni di matrimonio, scoppiò un’agguerrita guerra legale riguardante il testamento intentata dal figlio del miliardario. La questione dell'eredità innescò una feroce battaglia legale – non solo per il lascito, ma anche per l’accordo prematrimoniale le assegnava la metà degli averi del marito una volta divenuta vedova – trascinata in diversi tribunali statunitensi. Per via dei verdetti contrastanti emessi dai diversi tribunali interpellati, il caso arrivò fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti con il nome di Marshall contro Marshall. Dopo diverse sentenze e ricorsi, la showgirl ricevette perfino l’appoggio del governo Bush, che le permise di usufruire degli avvocati della Casa Bianca. Anna non riuscì mai a prendere il patrimonio del marito: morì prima che la causa si concludesse.

Una vita costellata di dolori

La vista di Anna è costellata di eventi tragici. Oltre alle travagliate vicende giudiziarie – che a fasi alterne le assegnarono cospicue some di denaro per poi cancellarle dal suo conto di punto in bianco – dopo la sua morte la modella è finita al centro di una diatriba riguardante il riconoscimento della paternità della figlia Dannielynn Birkhead. Ma non solo. Tre giorni dopo la nascita della bambina, il figlio Daniel Wayne Smith morì a soli a 20 anni per una combinazione letale di metadone e farmaci.