Lunedì 30 Settembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Cimice asiatica, flagello alieno in Italia: per debellarla (anche) la vespa samurai

Marco Bologna, zoologo, professore all’Università Roma tre e presidente della Società entomologica italiana sulle specie aliene invasive: “Dalla vespa velutina a certe zanzare, il contrasto è difficile ma bisognerebbe senz’altro incrementare lo sforzo di riconoscimento nei porti di entrata e negli aeroporti”

Roma, 30 settembre 2024 – Ma le zanzare che, nonostante il calo delle temperature, continuano a pungerci alla vigilia di ottobre quando spariranno? “Quest’anno ci accompagneranno fino a novembre, temo che le avremo anche a Natale”, è la previsione di Marco Bologna, zoologo, professore all’Università Roma tre e presidente della Società entomologica italiana. Che, attraverso i soci, studia anche le specie aliene invasive.

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Insetti alieni tutto l’anno

La stagione degli insetti si è allungata, questa è la percezione comune. La scienza conferma? “Diciamo così, lo sviluppo di alcuni insetti avviene su fasi diverse, è così per le zanzare. Le troveremo fino a novembre, a dicembre, moltiplicano i cicli perché la stagione con temperature più alte si allunga. Quindi non entrano in una fase di stasi invernale. Le vespe? In questo momento stanno costruendo i nidi nuovi. Stanno sciamando, in settembre e ottobre sono molto attive. Poi si fermano”.

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Dalla vespa velutina alla cimice asiatica: invasori killer

Ma quali sono in Italia gli insetti alieni invasivi più preoccupanti? Chiarisce il professore: “A parte le zanzare - che sono anche vettori di malattie, come la Dengue - e la Vespa Velutina, sicuramente la cimice asiatica (Halyomorpha halys). Drammaticamente invasiva, soprattutto nell’Italia settentrionale. Danneggia tutte le coltivazioni, mangia qualsiasi cosa. Una situazione disastrosa. In questo momento l’effetto dell’invasione provoca danni economici spaventosi. Per questo si stanno sviluppando nuovi metodi per contrastarla. Sono miliardi di individui, non credo che si possa riuscire a eradicarla. Si sta cercando, invece, di portare avanti una lotta biologica con competitori naturali che sono micro-imenotteri, ad esempio importati dal Giappone”. In campo anche la cosiddetta vespa samurai (Trissolcus japonicus). Per chiarezza: piccolissima e innocua, per animali e uomo. In coda il presidente cita anche la Vespa orientalis, “in espansione per il cambiamento climatico anche se non può essere considerata una specie aliena”.

Cimice, invasore sempre attivo

La cimice asiatica sembra una presenza fissa. Piero Genovesi nel suo ‘Specie aliene’ cita gli “oltre 300 milioni di euro all’anno di danni”, “causati alla produzione di frutta in Val Padana”. Aggiunge il professor Bologna: “Ci sono insetti che hanno uno sviluppo completo, uova-larva-adulto, molto diversi tra loro. Le cimici invece hanno uno sviluppo continuo, i giovani assomigliano agli adulti. E fanno la stessa vita, pur senza riprodursi. Alla fine sono presenti sempre. Danneggiano la pianta non solo attaccando il frutto ma durante tutto l’anno. Hanno un apparato boccale che succhia liquidi dalla pianta, quindi la attaccano in tutte le sue componenti. La pianta è sempre sotto sforzo, l’insetto alieno le toglie sostanza vitale. I frutti sono commercialmente meno belli, più piccoli o non completano la crescita. Dipende da luogo a luogo, da stagione a stagione”.

Specie aliene invasive, cosa fare

Sembra che scopriamo di specie aliene quando ce l’emergenza… “Questo è sicuramente un problema tipicamente italiano, non solo per le specie aliene - osserva il professore -. Ma bisogna essere onesti, ci sono anche delle difficoltà oggettive. Pensiamo agli insetti che vengono introdotti sotto forma di uovo o di larva nel legname. Come si fa a controllare? Non si riesce, troppo complesso. Nell’ultima Summer School a Catania, scuola di alta formazione europea, abbiamo messo a confronto esperienze internazionali, un francese ci raccontava che hanno problemi immensi, non riescono a controllare aeroporti e market di arrivo del legname. Per questo stanno entrando coleotteri che poi diventano davvero dannosi. Anche in Italia bisognerebbe senz’altro incrementare lo sforzo di riconoscimento nei porti di entrata e negli scali”.