Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Cibo per cani e gatti di casa, qual è l'impatto sull'ambiente

Per produrre i croccantini dei nostri amici a quattro zampe serve una superficie coltivata pari al doppio del Regno Unito

La produzione di cibo secco genera ogni anno 106 milioni di tonnellate di CO2

Quando riempiamo di croccantini la ciotola del gatto non ci pensiamo, ma anche il cibo per gli animali domestici ha un impatto sull'ambiente. Che è anzi piuttosto rilevante: la sua produzione richiede una superficie pari a due volte quella del Regno Unito e ogni anno genera più emissioni di gas serra delle Filippine. Lo ha calcolato uno studio dell'Università di Edimburgo, il primo a quantificare l'impatto ambientale degli alimenti per i nostri amici pelosi. I ricercatori ne hanno determinato l'impronta di carbonio partendo da quella legata ai loro ingredienti principali, a loro volta dedotti da 280 tipi diversi di cibo secco in vendita in Europa e negli Stati Uniti, che costituiscono i due terzi del mercato globale. I croccantini sono composti all'incirca per metà di proteine animali in varie forme, e per metà di cereali: grano, granoturco e riso, coltivati su una superficie stimata di 49 milioni di ettari (490mila chilometri quadrati), ossia appunto il doppio del Regno Unito, o quanto tutta la Spagna, o la somma di Italia e Ungheria. È come se un intero paese europeo, e di quelli più grandi, fosse interamente coltivato solo per produrre croccantini. Ne derivano emissioni annuali di gas serra per 106 milioni di tonnellate di anidride carbonica, paragonabili a quelle di nazioni come le Filippine o il Mozambico; nella classifica mondiale, l'industria del cibo secco per gli animali domestici si piazzerebbe alla sessantesima posizione. In realtà il valore totale è ancora più elevato, dato che la ricerca non ha preso in considerazione il cibo umido (il 5% delle vendite di alimenti per cani e gatti). "Anche tenendo conto dell'utilizzo di sottoprodotti negli alimenti per gli animali di casa", dice Peter Alexander, uno degli autori della ricerca, "dare da mangiare ai nostri amici a quattro zampe gioca un ruolo nel cambiamento ambientale. La questione finora è stata sottovalutata, ma abbiamo dimostrato che come nutriamo gli animali domestici è un fattore che dovrebbe essere preso in considerazione insieme alle altre azioni messe in campo per ridurre i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Global Environmental Change.  

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