Martedì 24 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Come funziona il cervello degli attori? La scienza risponde

Una ricerca canadese ha utilizzato la risonanza magnetica per capire quali aree del cervello si attivano durante la recitazione

Maschere su palcoscenico

Il lavoro degli attori è rendere emotivamente credibili in scena personaggi che sono narrativamente verosimili sulla carta: un compito complesso, che nel corso del tempo ha affascinato i neuroscienziati e li ha spinti a chiedersi come funziona il cervello di un attore quando sta recitando. Tra i contributi più recenti c'è un'interessante ricerca, condotta presso la McMaster University del Canada e pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science. COME FUNZIONA IL CERVELLO DEGLI ATTORI Il riassunto dello studio è sintetizzato con queste parole: "È come se la recitazione comportasse una soppressione di se stessi, come se il personaggio si impossessasse dell'attore". Per giustificare una simile affermazione, i ricercatori hanno utilizzato la tomografia a risonanza magnetica per monitorare il funzionamento del cervello di quindici fra studenti e studentesse di recitazione, impegnate nella preparazione del dramma 'Romeo e Giulietta' di William Shakespeare. RIDURRE LA CONSAPEVOLEZZA DI SÉ In estrema sintesi, i quindici hanno affrontato una serie di quesiti, mentre era loro richiesto di rispondere come loro stessi oppure come avrebbero risposto Romeo o Giulietta. I ricercatori hanno notato che quando attori e attrici erano in parte, si registrava un calo dell'attività in alcune aree della corteccia prefrontale. In particolare quelle legate alla consapevolezza di sé e all'uso di una logica astratta, quella che, semplificando, fa riferimento a una conoscenza in terza persona. Per meglio comprendere quanto appena detto, vale la pena di ricordare che la corteccia prefrontale è la regione del cervello implicata nei comportamenti cognitivi complessi, nell'espressione della personalità, nella presa delle decisioni e nella moderazione della condotta sociale. UNA SORTA DI DOPPIA COSCIENZA Con le parole di Steven Brown, primo firmatario della ricerca: "La riduzione, o anche la soppressione della conoscenza dei propri tratti penso sia conforme a ciò che può comportare la recitazione. In un certo senso gli attori devono scindere la propria coscienza, devono in qualche modo monitorare se stessi e contemporaneamente essere nel personaggio". Leggi anche: - L'uomo sta distruggendo cultura e tradizioni degli scimpanzé - Giappone mette al bando i gruppi di turisti stranieri maleducati - La plastica nei mari porta a spasso il colera