Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Cent'anni di solitudine: i luoghi del romanzo e le curiosità sulla serie

Dal ghiaccio al realismo magico: il mondo di Gabriel García Márquez arriva sullo schermo, cosa c’è da sapere

"Cent'anni di solitudine", la serie

"Cent'anni di solitudine", la serie

"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio" Queste sono le prime parole con cui inizia il romanzo di Gabriel García Márquez, le stesse che sono state scelte come incipit nella serie televisiva Cent'anni di solitudine, rilasciata su Netflix l'11 dicembre 2024. La prima stagione della serie è composta da otto episodi e una seconda stagione di pari lunghezza è prevista per il 2025.

Scopriamo di più sulla location delle riprese e alcune curiosità.

“Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”

Dove è stato girato Cent'anni di solitudine

La serie è stata girata interamente in Colombia, nell’intento di preservare l'autenticità dei luoghi e delle atmosfere del romanzo. Questa scelta non solo rende omaggio alle origini dell'opera, ma è stata attuata con l’intenzione di riprodurre fedelmente i paesaggi e le tradizioni che hanno ispirato l'immaginaria Macondo, catturando la ricchezza visiva e culturale della terra natale di García Márquez.

Per rappresentare l'immaginaria città di Macondo, la produzione ha edificato quattro versioni della città nei pressi di Alvarado, nel dipartimento di Tolima, per illustrare il passare del tempo nella narrazione. Questo imponente progetto ha coinvolto circa 1.100 lavoratori.

La cura per i dettagli si è estesa anche agli oggetti di scena: oltre 150 artigiani colombiani hanno contribuito a realizzare elementi unici, come biancheria, ceramiche e materiali tradizionali, utilizzando risorse locali. Oltre ai numerosi artigiani della comunità locale coinvolti nel progetto, per i 25 ruoli principali il casting ha coinvolto circa 10.000 candidati: numeri in grado di evidenziare la grande attenzione per i dettagli.

Il mondo immaginario di Macondo

Il romanzo Cent'anni di solitudine, capolavoro di Gabriel García Márquez, è ambientato nell'immaginaria cittadina di Macondo, un luogo che incarna la cultura, le credenze e i conflitti della Colombia rurale. Si troverebbe idealmente nella regione caraibica della Colombia, ispirata alla città natale dello scrittore, Aracataca. Macondo è un microcosmo che diventa simbolo dell’America Latina intera, raccontando temi universali come l’amore, la guerra, la famiglia e il destino.

Macondo si sviluppa nel corso della narrazione, passando da un piccolo villaggio a una città vibrante, per poi crollare in un isolamento totale. Intorno a questo luogo si sviluppa la storia di sette generazioni della famiglia Buendía. Il romanzo segue le vicende dei membri della famiglia a partire dalla fondazione di Macondo da parte di José Arcadio Buendía e sua moglie Úrsula Iguarán, attraversando un secolo di eventi, fino alla decadenza e alla fine della stirpe. I suoi paesaggi, dalla casa dei Buendía alla piantagione di banane, evocano una Colombia ricca di contrasti, segnata dalla bellezza naturale e dalle ingiustizie sociali.

Effetti visivi e scenografia, una combinazione fra tecnologia e arte

Gli effetti speciali sono stati un elemento fondamentale per rappresentare il realismo magico del romanzo. La produzione ha utilizzato una combinazione di tecniche digitali e pratiche per portare in vita momenti iconici come la pioggia incessante che dura anni o l'ascesa al cielo di Remedios la Bella. Uno dei motivi dietro la grande attesa per la serie, infatti, ha riguardato il realismo magico su cui è giocato lo stile del romanzo, un fattore essenziale e, tuttavia, non facile da portare sullo schermo. La collaborazione fra scenografi ed esperti visivi è una delle grandi sfide affrontate nel corso della realizzazione di Cent'anni di solitudine.

Per alcune scene, la produzione ha utilizzato effetti per amplificare la sensazione di mistero, come alberi che sembrano crescere in tempo reale o nebbie che si dissolvono svelando paesaggi mistici. Questi elementi rafforzano il senso di magia e circolarità che caratterizza la storia.

Anche i costumi utilizzati riflettono l'evoluzione storica e sociale di Macondo e sono stati scelti in modo da raccontare il passaggio del tempo attraversando epoche diverse ed evidenziare le distinzioni culturali e di classe. Gli artigiani locali hanno contribuito con tessuti e tecniche tradizionali colombiane.

La casa dei Buendía

La casa dei Buendía, centro della narrazione, è stata ricostruita nei minimi particolari, con mobili e decorazioni che riflettono l'epoca e la cultura colombiana. Ogni stanza illustra una fase della famiglia, con oggetti simbolici che richiamano i capitoli del libro.

Un ulteriore elemento è il ruolo della natura. La serie, infatti, ha dato grande rilievo alla natura selvaggia e rigogliosa che circonda Macondo, con riprese realizzate in foreste e paesaggi reali della Colombia. Particolare attenzione è stata data a foreste dense e corsi d'acqua, che simboleggiano l'inesorabile avanzare della natura rispetto al declino della civiltà. Gli ambienti naturali sono stati integrati nella trama in modo da evidenziare il legame tra gli eventi magici e l'ambiente, rendendo ogni scena un quadro che riflette le emozioni e i temi del romanzo.

Il simbolismo del tempo

Nelle riprese, è stato utilizzato un gioco di luci e ombre per rappresentare il passaggio del tempo e l'inevitabile declino di Macondo: dettagli visivi che desiderano accentuare l'atmosfera malinconica e ciclica della storia.

Uno dei fili conduttori è il potere evocativo generato dalla musica. La colonna sonora, composta da Camilo Sanabria, fonde elementi della musica tradizionale colombiana con sonorità moderne. La scelta di utilizzare strumenti tipici come il tambor alegre e la gaita dà profondità emotiva alle scene più intense, facendoci immergere in un viaggio nel tempo attraverso la voce magica di Gabriel García Márquez.