Giovedì 12 Dicembre 2024
CHIARA DI CLEMENTE
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Sorpresa Cccp, ritorno a Berlino: "In concerto dove tutto iniziò"

A febbraio il gruppo torna a esibirsi dal vivo nella capitale tedesca, lato ex Ddr. “È una città che ci perseguita”

Berlino, 23 novembre 2023 – Live in Pankow, o dintorni. Quarantadue anni dopo, i Cccp tornano in concerto a Berlino. Fu lì che si incontrarono per la prima volta, pur venendo dalla stessa Reggio Emilia, un Giovanni Lindo Ferretti 28enne, febbricitante e intenzionato a partire il giorno dopo per la Tunisia, e un Massimo Zamboni 24enne. Fu in una sera d’autunno dell’82 a Berlino, nella discoteca Superfly, che i due si guardarono e riconobbero: nell’uno la metà dell’altro; fu a Berlino nell’83 che i due, lasciata l’Emilia con la Fiat 132 del padre di Zamboni, tennero il primo concerto di successo arrivando a suonare in uno dei locali più in voga di allora, lo Spectrum.

È lì che Ferretti lancia un urlo e intona Live in Pankow (Pankow, distretto in cui avevano sede gli organi di governo della Ddr). È lì che Ferretti (oggi settantenne), Zamboni (66 anni) con Annarella e Fatur torneranno ad esibirsi dal vivo il 25 febbraio 2024: luogo prescelto l’Astra Kulturhaus, titolo dello show CCCP in DDDR , vale a dire Deutsche Demokratische DISMANTLED Republik , slogan già pronto "il Punk filosovietico e la musica melodica emiliana si incontrano nel cuore pulsante della Repubblica Smantellata di Germania Est".

I Cccp: foto di gruppo a Reggio Emilia davanti a un pezzo del Muro di Berlino
I Cccp: foto di gruppo a Reggio Emilia davanti a un pezzo del Muro di Berlino

Come vi sentite all’idea di tornare a suonare dove tutto è cominciato e poi è in qualche modo finito con la rottura nel ’99, di ritorno dalla Mongolia?

Zamboni: "È stata una sorpresa anche per noi. L’idea di suonare a Berlino ci è arrivata come proposta – spiega il chitarrista ieri con i Cccp a Milano in occasione della Milano Music Week – e l’abbiamo ricondotta all’interno dei tempi della mostra per i 40 anni dei Cccp, Felicitazioni!, in corso a Reggio Emilia fino all’11 febbraio. La mostra si apre con una grande installazione che riporta alla Berlino dei primi anni ’80 (con fili spinati, altoparlanti, una Trabant, un pezzo di muro, ndr), e quindi... La città ovviamente non è più quella – e anche noi non siamo più quelli – ma a Berlino ci sono sia i segni del passato sia quelli di un futuro molto pressante. Andremo a suonare in un quartiere, Friedrichshain, nella vecchia Berlino Est, attraversato dal viale che ancora si chiama Karl Marx Allee, ma assediato dalle gru, del nuovo che arriva. E l’Astra Kulturhaus è un locale che più di altri raccoglie l’eredità della Berlino che conosciamo. Sarà bello riportare lì alcune canzoni che sono nate in quell’ambiente".

Sentimentalmente, che cosa provate?

Zamboni: "Berlino è una città che ci perseguita, come ci perseguitano i luoghi di nascita, quelli che ti costituiscono".

E che tipo di spettacolo sarà? Con canzoni e con inserti parlati come il Gran Galà punkettone al Valli di Reggio?

Zamboni: "In parte sì, ma Berlino ti obbliga ad adattarsi a lei. E anche l’Astra non è uno spazio teatrale come il Valli. Cambierà: meno profondità e più vicinanza di pubblico. Pezzi parlati sì: la parola è importante".

Gran galà sold out, mostra piena di visitatori, dischi ristampati in classifica: vi aspettavate questo successso?

Annarella: "Ce lo aspettavamo, e lo dico senza alcuna arroganza e con moltissima umiltà, per tutta l’anima e tutto il cuore che ci abbiamo messo. C’è evidentemente chi si riconosce in quello che esprimevamo allora e in quello che esprimiamo oggi".

Ferretti: "Io no, non me l’aspettavo. Sono rimasto colpito, sorpreso, intimorito. Per me i Cccp erano diventati col tempo solo intimità, e averli ricondotti alla collettività è stato qualcosa che non avevo preventivato. La seconda sera del Gran Galà ero preoccupato per il viaggio di ritorno fino a casa, a Cerreto Alpi. Son vecchio, mi son detto, erano state due serate al limite, un’emotività per me troppo forte. Poi a un certo punto ho pensato: ma preoccupato di che? Ho una carica di energia addosso che ora vado a ballare a Berlino. Ed eccoci qui".

Mostra e concerto sanciscono che i Cccp sono stati l’ultima avanguardia artistica italiana del ’900. C’è qualcosa, oggi, comparabile ai Cccp?

Ferretti: "No, perché il mondo oggi è diverso da un punto di vista politico, etnico, epico. Pensa a Berlino: negli anni ’80 la mia Berlino era andare al Reichstag a vedere i cervi che spuntavano nel parco al tramonto, e poi farsi una canna... I Cccp hanno catturato l’anima di un mondo che è finito con loro. Pensavamo sempre di essere arrivati o troppo prima o troppo tardi, invece eravamo completamente centrati. E per questo irripetibili".

Dove va oggi un giovane che parte da Reggio Emila: dove va fisicamente, o col pensiero?

Zamboni: "Va in galera perché un giovane oggi non può più fare nulla. E anche il pensiero va poco lontano, perché il pensiero non è disgiunto dal corpo".

E Fatur, sul palco almeno a Berlino si denuderà?

"È chiaro. Per un pugno di marchi, per un pugno di rubli..."

Quale è il più bel regalo che la vita vi ha fatto finora?

Ferretti, Zamboni, Annarella, Fatur: "I Cccp".