Domenica 1 Dicembre 2024
FRUZSINA SZIKSZAI
Magazine

La casa della Nasa dove si vive come su Marte

Spazio di 280 metri quadri all'interno del Johnson Space Center. I quattro volontari che ci vivranno per un anno dovranno affrontare tutte le difficoltà dell'abitare sul Pianeta Rosso

C’è un po’ di Marte anche sulla Terra. Più precisamente in Texas, dove una casa stampata in 3D simula le condizioni di vita sul Pianeta Rosso il più fedelmente possibile. L’habitat Mars Dune Alpha della Nasa si trova presso il centro di ricerca dell’agenzia spaziale a Houston: quattro volontari ci abiteranno per un anno, fornendo così dati preziosissimi per la preparazione di un futuro viaggio su Marte.

Nasa, la casa che simula la vita su Marte
Nasa, la casa che simula la vita su Marte

La Nasa, circa due mesi prima dell’avvio della missione, ha invitato i giornalisti a esplorare la casa marziana. Si tratta di quasi 280 metri quadri di pareti rossastre e sabbia all’interno del Johnson Space Center, dove i volontari – che non sono astronauti – dovranno affrontare tutte le difficoltà della vita su Marte: alimenti a lunga conservazione, una quantità di acqua limitata e ritardi nella comunicazione ‘con la Terra’ fino a 20 minuti.

Lo riporta la testata locale Houston Chronicles, aggiungendo che la casa ha quattro camere da letto, due bagni, una cucina, un orto verticale, una palestra, uno studio, un’infermeria e uno spazio comune dove i volontari avranno accesso a giochi da tavolo e a una tv. Inoltre, l’ambiente viene completato con un’area ‘esterna’ dedicata ad attività come finte passeggiate spaziali.

L’obiettivo della missione è individuare e risolvere le sfide fisiche, mentali e sociali che potrebbero emergere nel corso del viaggio vero, previsto per gli anni 2030. “Su Marte avremo risorse più limitate che mai, quindi vogliamo assicurarci di aver pianificato tutto alla perfezione”, ha spiegato Grace Douglas, responsabile del programma Chapea (Crew Health and Performance Exploration Analog) che sta supervisionando l’esperimento.

I partecipanti sono stati selezionati attraverso un processo competitivo: avere una laurea magistrale e almeno due anni di esperienza professionale in ambito scientifico costituivano un vantaggio. I quattro vincitori del concorso verranno pagati, ma l’agenzia spaziale statunitense non ha specificato pubblicamente quanto. Gli esperti che condurranno l’esperimento monitoreranno continuamente la salute fisica e mentale dei volontari, impegnati a eseguire compiti impegnativi come attività scientifica, di manutenzione, soluzione di problemi imprevisti, e così via.

Gli abitanti della casa marziana saranno completamente isolati per l’intera durata della missione, ma potranno comunicare con le proprie famiglie, anche se non è garantito che ogni loro videomessaggio o e-mail arriverà ai destinatari, data l’infrastruttura IT limitata. La missione, che partirà a giugno 2023, sarà seguita da altre due previste rispettivamente per il 2025 e il 2026.