Lunedì 3 Febbraio 2025
Maddalena De Bernardi
Magazine

Il 3 febbraio 1957 nasceva Carosello: così rivoluzionò tv e pubblicità

In onda ogni giorno dalle 20.50 alle 21: 10 minuti di reclame con regole rigidissime. Ecco personaggi e sketch iconici

Il 3 febbraio 1957 andava in onda per la prima volta Carosello, destinato a diventare un simbolo della televisione e della storia italiana. Tanti, tantissimi bambini, oggi genitori e nonni, abituati all’indimenticabile “A letto dopo Carosello” possono ancora evocare con affetto una televisione ormai radicalmente diversa che, tuttavia, è rimasta esempio di un modo di fare spettacolo e pubblicità. Carosello ha rivoluzionato il modo di comunicare dei brand e segnato intere generazioni. A 68 anni di distanza, l'eredità di quel format unico è ancora viva, ecco perché.

Che cos’era Carosello?

Carosello andava in onda ogni giorno dalle 20.50 alle 21: solo dieci minuti, ma destinati a restare unici nella memoria collettiva. Trasmesso fino al primo gennaio 1977, in totale andarono in onda oltre 7200 episodi. Il programma era concepito con una serie di sketch di intrattenimento seguiti da un messaggio promozionale. Ma riguardo alla pubblicità le regole erano molto rigide: solo una manciata di secondi rispetto alla storia animata.

Ogni sera il pubblico poteva seguire le storie del Carosello affezionandosi ai suoi personaggi memorabili, alcuni rimasti indimenticabili. L’impatto culturale del Carosello fu grandissimo. Carosello non era solo pubblicità: era spettacolo, innovazione, un trampolino per la creatività. Gli sketch diventavano argomento di conversazione il giorno dopo e influenzarono il linguaggio comune oltre a entrare nell’immaginario collettivo.

“A letto dopo Carosello” era la frase tipica pronunciata dai genitori ai bambini dell’epoca: così il programma finì per diventare un’abitudine serale e scandire la quotidianità delle famiglie italiane. Le aziende investirono cifre importanti per l’ideazione e la produzione degli sketch.

Nella storia della televisione Carosello ha segnato un’epoca perché ha introdotto un nuovo modo di fare pubblicità, basato sull’intrattenimento e sul coinvolgimento emotivo. Inoltre, contribuì a formare il gusto del pubblico creando un’identità culturale condivisa. In un’Italia in pieno boom economico, Carosello incarnava lo spirito di modernità e ottimismo: l’innovazione, capace di intrecciare i personaggi alle storie e ai prodotti di un Paese lanciato verso il futuro.

Le pubblicità che hanno fatto epoca

Alcuni dei personaggi animati più celebri di Carosello sono rimasti nella memoria collettiva, come Calimero, il pulcino nero ideato per la pubblicità del detersivo Ava, “Susanna tutta panna”, il Gigante Amico, Carmencita e Caballero di Caffè Paulista, tormentone indimenticabile per tanti.

Tra le pubblicità più celebri trasmesse su Carosello, quella della Lavazza con Nino Manfredi è rimasta nella storia per il celebre slogan “Più lo mandi giù, più ti tira su”. Iconico anche il claim della Cynar “Contro il logorio della vita moderna” con Ernesto Calindri seduto a un tavolino in mezzo al traffico: personaggi e scene indelebili, rimasti nella memoria degli italiani.

Carosello terminò nel 1977 a causa dell'evoluzione del mercato pubblicitario e delle nuove esigenze della televisione italiana, che iniziava ad aprirsi a formati più brevi e dinamici per gli spot. Tuttavia, l’eredità di Carosello continua ancora oggi: una fra tutti l’idea che la pubblicità possa essere una forma d’arte. Oltre a ispirare registi e pubblicitari, Carosello continuerà sempre a evocare un febbraio di tanti anni fa in cui genitori e nonni erano ancora bambini, un frammento di storia e memoria collettiva condivisa.