Roma, 30 luglio 2024 – Un capodoglio, soprannominato Julio dagli scienziati che lo monitoravano, è stato ucciso dalla collisione con un’imbarcazione nello Stretto di Gibilterra. L’incidente è avvenuto il 26 luglio intorno alle 18:00. La specie è considerata minacciata e in via d’estinzione dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. Secondo le stime, nel Mediterraneo sono rimasti circa mille esemplari di capodoglio.
L’incidente evidenzia il pericolo che il traffico navale nello stretto rappresenta per i cetacei. Renaud de Stephanis, ricercatore esperto di cetacei e direttore di Conservation, Information and Research on Cetaceans (CIRCE), ha affermato che ogni due o tre anni un capodoglio viene ucciso in circostanze simili nella zona. E si tratta solamente degli incidenti registrati, “probabilmente ce ne sono di più”, ha spiegato de Stephanis.
Si è trattato di un episodio particolarmente scioccante per gli scienziati marini della zona, perché il capodoglio era stato avvistato più volte nelle ultime tre settimane ed era un esemplare noto da oltre un decennio ai ricercatori di CIRCE. “È stato orribile, c'era molto sangue nell'acqua”, ha detto de Stephanis. I video dei momenti successivi alla collisione mostrano un profondo squarcio sul corpo del cetaceo.
Il capodoglio visitava regolarmente lo Stretto di Gibilterra per nutrirsi ed era “un maschio vigoroso e forte”, secondo il direttore di CIRCE. Il nome dell'animale nel censimento ufficiale della popolazione era PM-GIB-88, ma i ricercatori lo avevano soprannominato Julio, in onore di Julio Iglesias.
CIRCE chiede da tempo che vengano prese delle precauzioni per evitare questo tipo di fatalità: “Se i traghetti avessero a bordo persone che conoscono balene e delfini, potrebbero evitare i punti caldi in cui si muovono questi animali”, ha dichiarato de Stephanis.
L’allarme sulla situazione dello Stretto di Gibilterra è stato lanciato anche da Ispra: “L'area transfrontaliera dello Stretto di Gibilterra ospita sette specie protette di cetacei ed è una delle aree marine del mondo più minacciata dall'alta intensità del traffico marittimo”, si legge sul sito dell’Istituto. Lo Stretto è “un'area importante per i mammiferi marini ed urge una politica di gestione integrata dello spazio marittimo transfrontaliera basata sulle evidenze scientifiche”.