Roma, 27 novembre 2024 – Di norma si è portati a pensare che la salute dei capelli si possa misurare solo in termini di lunghezza, spessore o brillantezza: per quanto questi elementi presentino senza dubbio un loro valore intrinseco, un parametro fondamentale spesso trascurato è la porosità. Questo termine si riferisce alla capacità del capello di assorbire e trattenere acqua e nutrienti, un aspetto determinante per la cura e il benessere della chioma. Comprendere il proprio livello di porosità permette di scegliere i prodotti giusti e di adottare routine mirate per ottimizzare la salute dei capelli.
Porosità del capello
Tale caratteristica è determinata dalla struttura delle cuticole, lo strato esterno del fusto del capello, composto da scaglie sovrapposte che si aprono e chiudono per assorbire e trattenere l’umidità. Si distinguono in questo senso tre possibili scenari: si parla di bassa porosità: se le cuticole sono lisce e ben chiuse, l’acqua penetra difficilmente e altrettanto lentamente evapora; ci si trova di fronte ad un’alta porosità se le cuticole presentano spazi e irregolarità, in questo caso l’acqua e i prodotti entrano facilmente, ma tendono anche a disperdersi rapidamente; la porosità normale, infine, si colloca tra i due estremi e rappresenta uno stato ottimale, in cui i capelli assorbono e trattengono l’umidità in modo equilibrato. Come riporta Health, diversi studi hanno dimostrato che capelli con una porosità nella norma assorbono fino al 75% della massima quantità di acqua possibile entro quattro minuti. Questo tipo di capelli risponde bene ai trattamenti chimici come colorazioni e decolorazioni e risulta più facile da asciugare e modellare. Per contro, chi presenta capelli troppo o troppo poco porosi può andare incontro ad una serie di problemi: la chioma dei primi soggetti è infatti di norma caratterizzata da secchezza, fragilità e una tendenza al crespo; in parallelo, chi presenta un capello poco poroso farà più fatica ad assorbire determinati prodotti e dovrà affrontare un processo di asciugatura più lento.
I fattori
Da che cosa dipende, dunque, la porosità? Alcuni dei fattori possono essere tenuti sotto controllo, per altri invece la situazione si complica. A lungo andare potrebbe minare la porosità del capello un uso e abuso di trattamenti con calore e agenti chimici (come i decoloranti e stiranti), che possono danneggiare le cuticole. Anche le routine di cura possono avere un impatto non indifferente: pettinare o spazzolare i capelli in modo aggressivo, così come bagnarli e asciugarli ripetutamente, può deteriorare le loro cuticole nel tempo. Esiste, infine, un fattore genetico che contrariamente ai precedenti è ovviamente fuori dalla portata dei soggetti: alcuni tipi di capelli, come quelli ricci, mossi o a spirale, tendono naturalmente ad avere una maggiore porosità a causa della struttura delle cuticole.
Consigli utili
Una volta compreso il grado di porosità del proprio capello (ad esempio con il test del galleggiamento in acqua) si potrà andare ad agire applicando il trattamento più adeguato al singolo caso. Per migliorare la salute dei capelli a bassa porosità, può rivelarsi molto utile utilizzare un vaporizzatore per aprire le cuticole, facilitando l’assorbimento dei prodotti. È importante evitare i condizionanti a base di proteine, che tendono ad accumularsi sul fusto, preferendo invece prodotti contenenti olio di cocco, efficace nel sigillare le cuticole e trattenere l’umidità.
Nel caso di capelli ad alta porosità, si può adottare il metodo LOC (Leave-in, Oil, Cream), che prevede l’applicazione di un condizionante senza risciacquo, seguito da un olio e una crema idratante per mantenere l’umidità. Sono consigliati trattamenti a base di proteine per colmare gli spazi nelle cuticole e proteggerle da ulteriori danni. Inoltre, è bene scegliere shampoo delicati arricchiti con oli e burri, utili a nutrire i capelli e ridurre il crespo.