Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Cannes 2024, una Palma per Meryl Streep. Il Festival al via tra stelle e tensioni

Cerimonia d’apertura, Binoche (commossa) premia la star americana. Fuori dal Grand Théatre polizia schierata. Frémaux: "Qui niente politica"

Cannes, 14 maggio 2024 – Si apre il sipario sul festival di Cannes, la manifestazione di cinema più importante al mondo, in un momento in cui il mondo brucia. Ma dentro il Grand Théatre Lumière c’è posto solo per la musica, per gli applausi, per il cinema. Accenna a quelle tensioni solo il discorso della madrina Camille Cottin. "Nel vortice di Cannes, lo spazio e il tempo diventano sfocati. Qui, dove nell’oscurità si trova la luce. Fuori il pianeta è fratturato e si dividono i popoli, il pianeta brucia. Ma qui si fa il pieno di speranza. Il cinema non è riuscito a eliminare i conflitti nel mondo, ma ci sta lavorando".

Meryl Streep, 74 anni, ieri a Cannes con la Palma d'oro d'onore
Meryl Streep, 74 anni, ieri a Cannes con la Palma d'oro d'onore

Musica, Modern Love di David Bowie, e un balletto, per omaggiare la presidente di giuria Greta Gerwig. E ancora musica, ad accompagnare la Palma d’oro d’onore consegnata a Meryl Streep. Tre Oscar vinti, 9 Golden Globes, una Palma d’oro come miglior attrice a Cannes: è l’attrice più premiata del pianeta. Un applauso enorme, interminabile, accoglie Meryl Streep. "Il tuo viso e la tua voce fanno parte delle nostre vite", dice Juliette Binoche che le consegna la Palma. E si commuove: "hai cambiato il modo in cui si è guardato alle donne. Ci hai dato una nuova immagine di noi stesse". Streep, con semplicità, commenta: "Vedere le clip della mia carriera è come vedere dalla finestra un treno ad alta velocità: mi è scorsa davanti tutta la vita. Ho pensato a mia madre, che diceva: Meryl, tutto passa così in fretta. Ma voi, a cui devo tutto, non vi siete ancora stancati di me: non siete ancora scesi dal treno".

Applausi. Fuori, però, c’è un contesto di tensioni internazionali alle quali il festival non può rimanere impermeabile. Ci sono due guerre in corso, a Gaza e in Ucraina. C’è l’indignazione sulle violenze sessuali che porta, qui a Cannes, il film/accusa di Judith Godrèche. Ci sono registi di enorme prestigio, fuggiti dal loro paese, dove sono stati condannati alla prigione, che hanno il loro film in concorso. "Sarà un festival pacifico e gioioso, senza polemiche", promette il direttore, Thierry Frémaux. Il festival ha scelto la sua strada: ridurre al minimo le espressioni di dissenso, le proteste, i discorsi politici, i segnali di solidarietà. Le manifestazioni sulla Croisette sono state vietate dalla municipalità di Cannes. C’è molta più polizia del solito in giro, molti più nastri e barriere a bloccare strade e passaggi. Non sono consentite neppure le spille, i nastri, i segni di solidarietà sul palco o sul red carpet. Ma uno dei giurati, Omar Sy, ha già affidato a Instagram il suo messaggio: "Niente giustifica l’uccisione dei bambini a Gaza o ovunque".

Domani l’attrice francese Judith Godrèche, la figura più in vista del movimento #MeToo in Francia, presenterà il corto Moi aussi, per denunciare la violenza sessuale nel mondo dello spettacolo in Francia. L’attrice ha denunciato la violenza subìta da due importanti figure del cinema d’autore francese, Benoît Jacquot e Jacques Doillon, quando lei aveva solo 15 anni. "L’idea è trasformare la vergogna non già in orgoglio, ma in condivisione", dice Godrèche.

Intanto, polemiche investono le scelte dei film sulla questione palestinese. L’unico film in selezione ufficiale che tratti il tema si chiama La bella di Gaza, è diretto dalla regista francese Yolande Zauberman, e segue un gruppo di palestinesi che lasciano Gaza per Tel Aviv. L’unico film che racconti la Palestina non è di un regista palestinese. L’Ucraina e la sua tragedia sono raccontati in L’invasione del regista ucraino Sergei Lonitsa. E poi c’è la vicenda di Mohammad Rasoulof. Il regista iraniano, Orso d’oro a Berlino, è stato condannato dai tribunali della Repubblica islamica a 8 anni di prigione a causa dei suoi film. Il suo nuovo Il seme del fico sacro è in concorso a Cannes. Lui, intanto, è fuggito dall’Iran. Potrebbe essere clamorosamente presente alla prima mondiale, il 24 maggio.