Roma, 13 gennaio 2025 - I cani e la “sindrome del lupo mannaro”. Così l’hanno chiamata gli specialisti della Fondazione Università Veterinaria di Hannover (TiHo), in un articolo pubblicato sul sito e diffuso anche sui social. Ma il fenomeno riguarderebbe anche Finlandia, Belgio e Paesi Bassi.
Ma di che cosa si tratta? Quella definizione d’istinto fa sorridere e naturalmente scatena curiosità e qualche dubbio.
Ecco cosa scrivono gli scienziati.
"Cani e sindrome del lupo mannaro”: cos’è
"Da fine agosto 2024 si assiste ad un aumento dei cani con sintomi neurologici acuti e gravi in diversi paesi in Europa e in tutta la Germania – si legge sul sito dell’ateneo -. Sintomi come attacchi di panico improvvisi, sbadigli, movimenti incontrollati e persino crisi epilettiche”. I casi sarebbero ormai diverse decine in tutto il Paese.
Che cosa sappiamo sulle possibili cause?
Ma da che cosa potrebbe essere provocata quest’ondata di casi? Per ora i veterinari tedeschi danno una traccia, un certo tipo di ossa di pelle bovina, di quelle che si danno ai cani per pulire i denti. Ma non ci sono certezze, al momento. E così l’ateneo ha lanciato anche online un questionario da compilare. Associando quell’appello a una rassicurazione per i padroni: “Molti cani si sono ripresi bene dopo le cure”.
Segue l’appello a far visitare gli animali nel reparto di neurologia della clinica di Hannover e in quella di Monaco, come anche in altri centri universitari specializzati in neurologia.
Un caso sospetto in Italia?
Ma in Italia ci sono state avvisaglie di questo fenomeno, che si presenta come nuovo? “Mi è capitato di visitare un cane prima di Natale e di farmi questa domanda”, risponde al telefono a Quotidiano.net il professor Gualtiero Gandini, veterinario che insegna all’università di Bologna, nella rete europea degli esperti in neurologia.
Lo scienziato è giustamente molto prudente e osserva: “Non avrei mai dato quella definizione, che davvero dice poco, anche se cattura l’attenzione. Il cane che ho visitato prima di Natale poteva in effetti avere questa ‘cosa’. Il collegamento lo ha fatto una mia giovane collega, che aveva appena letto le notizie dalla Germania. In effetti quel cane mangiava ossa di pelle di animali, sono preparati per far sì che riesca a tenere puliti i denti. Quel cane presentava crisi di ipereccitabilità che non erano chiare crisi epilettiche,
non sembrava un disturbo parossistico anche se durava pochi minuti. I tedeschi hanno anche segnalato che questi animali andavano sedati, nel mio caso non è successo. Un possibile effetto tossico delle ossa? Anche questo è da dimostrare. Se togliendo quell’alimento i disturbi non si ripresenteranno ci sarà la risposta”.
Per ora quindi, resta un caso sospetto. Professore, si metterà in contatto con i suoi colleghi tedeschi? “Prima vorrei avere qualche elemento in più – risponde Gandini -. Chiaro che se gli episodi dovessero scomparire con la sospensione di questo alimento, potrebbe esserci la conferma che esiste un nesso”.