Roma, 29 marzo 2019 – Nei giorni successivi al passaggio all’ora legale si verifica una alterazione dei bioritmi, fenomeno che siamo soliti definire sindrome da jet lag, cambio repentino del fuso orario. Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, alle 2, le lancette degli orologi faranno uno scatto avanti di un'ora, in un attimo saranno le 3, a parità di condizioni luminose al mattino avremo perso un'ora di sonno. Ne parliamo perché si è scoperto che nelle persone che sopportano peggio di altre questi cambiamenti si innesca uno scompenso neurovegetativo con ripercussioni a cascata. E la cosa preoccupa perché lo stordimento modifica le abitudini, al punto che diventa difficile risintonizzarsi una volta per tutte ai nuovi orari. Dunque, riassumendo: inappetenza, vertigini, irritabilità e insonnia sono solo alcuni degli inconvenienti legati al passaggio dall’ora legale all’ora solare e viceversa. Sono soprattutto i "gufi", i tiratardi, e le "allodole", i mattinieri, a soffrire il cambio dell’ora: ad andare in tilt è il loro equilibrio sonno-veglia. Per cui, anche cambiamenti minimi dei ritmi quotidiani possono causare stress e generare stanchezza, sonnolenza diurna, emicrania, perdita dell’appetito, riduzione dell’attenzione e alterazione dell’umore.
Ecco i cinque consigli chiave dei medici come affrontare naturalmente il cambio dell’ora: 1) Abituare l’organismo anticipando la sveglia di qualche minuto già due o tre giorni prima del cambio d’ora. 2) Muoversi di giorno, attività fisica all’aria aperta, arrivare più stanchi e meno stressati alla sera. 3) Cena leggera, evitare alcolici, caffeina, teina, sostanze che influiscono sul ciclo sonno-veglia; 4) Andare a dormire prima la sera. Se non si riesce a prendere sonno provare camomilla o infusi. 5) Oscurare i display su smartphone, tablet e tv prima di coricarsi o durante la notte
L’ultima notizia che circola in rete riguarda un aumento del 10% del rischio di infarto per via del cambio dell’ora. L’annuncio è iniziato a circolare anni fa e rilanciava le parole del professor Martin Young, della divisione di malattie cardiovascolari dell’università della Alabama, autore di diversi studi sulla relazione tra i disturbi cardiovascolari e i ritmi circadiani: il ciclo sonno-veglia regola vari parametri vitali ad andamento periodico: appetito, temperatura corporea, ricambio cellulare. La domenica mattina del cambio di orario non richiederebbe un brusco cambiamento di programma ma, avverte il cardiologo, i picchi di rischio malessere si verificano a partire dal lunedì quando la maggior parte delle persone si alza prima per andare al lavoro.