Domenica 16 Marzo 2025
ANDREA SPINELLI
ANDREA SPINELLI
Magazine

Brunori Sas: "Sanremo svolta inattesa. Il ritorno dei cantautori ha sorpreso anche me"

Stasera a Firenze il via al tour nei palazzetti in attesa dei concerti estivi "Anche Lucio Corsi è andato benissimo, in giro c’è voglia di autenticità"

Brunori Sas

Brunori Sas

Roma, 16 marzo 2025 – Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte. "Quando a Sanremo mi sono ritrovato sul podio ho pensato di stare in una specie di Truman Show, incredulo che quel che avevo davanti agli occhi stesse realmente accadendo, perché non ero certo andato in gara con quell’aspettativa lì" raccontava l’altra notte Dario Brunori, pardon Brunori Sas, nei camerini del PalaElachem di Vigevano, data zero del tour atteso al debutto proprio oggi a Firenze, commentando la sorpresa del terzo posto dietro a Olly e Lucio Corsi. "Magari questo ritorno dei cantautori è una cosa del momento, perché al Festival il vento cambia in un attimo, ma sono felice che un evento nazionalpopolare di quel tipo abbia comunque garantito un pluralismo di voci. In Riviera è accaduto ciò che desideravo, raggiungere i ‘brunoriani’ che non sapevano ancora di esserlo".

E a giudicare dal tour che, dopo il Mandela Forum, lo porta in giro per l’Italia per otto notti con tappe pure all’Unipol Arena di Casalecchio, il 28 marzo, e all’Unipol Forum di Assago, il 30 e 31 (ma in calendario ci sono pure due concerti all’aperto con orchestra il 18 giugno al Circo Massimo di Roma e il 3 ottobre all’Arena di Verona), di convertiti sulla via dell’Ariston, anzi dell’"infernale località ligure" come la chiama lui, ce ne sono stati parecchi. "Cominciamo con ‘musciarìa’, dopo Sanremo sarei stato a riposo e ora sto qua per colpa vostra" ha scherzato lo chansonnier in accomandita semplice, salito sul palco a luci accese per eseguire voce-chitarra Il pugile, primo brano del suo primo album messo in apertura proprio col proposito di riavvolgere la pellicola e cominciare il film dall’inizio. "Quindi, anche se vi odio intimamente, vi voglio pure bene, perché continuate a seguirmi e a sostenermi economicamente. Sapete, infatti, che per me il lucro è fondamentale".

Il suo è un viaggio lungo sedici anni in bilico tra le Peroni ingollate in Guardia ‘82 e la barchetta in mezzo al mare de La verità, i giochi di magia de Il costume da torero e le parole rimandate di quella Per non perdere noi accompagnata sugli schermi con le scene da un matrimonio. Quello dei suoi genitori. "Avevo in mente questa idea già da un po’ di tempo, ma, avendo già girato il video de L’albero delle noci con la mia famiglia, ho temuto di esagerare e scivolare nell’effetto La vita in diretta", ammette. "D’altronde non sono uno a cui piace vincere facile. Certo, l’immagine in Super8 scatena subito l’emozione, anche se per il resto dello spettacolo ho preferito immagini in bianco e nero, spesso di dettagli, perché al centro c’è la musica e non volevo che il pubblico si distraesse troppo".

In Capita così Dario si regala pure un assolo di chitarra. "Scrivete che Brunori è il nuovo Frank Gambale" scherza strizzando l’occhio al chitarrista australiano (con radici irpine). "Effettivamente ho cominciato suonando l’heavy metal, poi ho virato verso un chitarrismo più di contenuto. In concerto vorrei concedere più spazio al mio virtuosismo ma la band, la stessa dal 2009, non vuol saperne dei miei assoli alla Yngwie Malmsteen". Scritta otto anni fa, Canzone contro la paura conserva intatta la sua attualità. "Il mondo è cambiato, in peggio, è un momento difficile, in cui chi scrive si chiede se quello che fa può rimanere solo nell’ambito creativo o deve essere netto e dritto". Obbligata nel bis la stessa L’albero delle noci dedicata alla figlia Fiammetta (che, mentre papà parla, scorrazza tra un camerino e l’altro con tutta la felicità dei suoi tre anni e mezzo) arrivata a indirizzare il suo Sanremo "in una direzione inaspettata".

Così inaspettata che, dopo la rinuncia a sorpresa di Olly, se Corsi non avesse detto sì, l’avrebbe catapultato addirittura a Basilea per l’Eurovision. "Lucio ingrato" butta là Brunori con una risata. "È cresciuto nella nostra scuderia (Picicca, etichetta messa in piedi dal cantautore calabrese col suo manager Matteo Zanobini, ndr) e così gli ho mandato un messaggio con scritto “rinuncia“, ma niente da fare. In realtà sono felicissimo. Avevo timore che una proposta come la sua, in un contesto come Sanremo, potesse essere ridicolizzata e invece è emersa benissimo: evidentemente in giro c’è voglia di autenticità". Già, però, con buona pace dell’amico Corsi, il giorno della finale il più televotato è stato lui. "Lo considero un vero e proprio smacco per i miei nipoti, che non credevano in me".