Per quanto Netflix sia poco trasparente rispetto agli ascolti delle sue serie TV, è ormai chiaro che 'Bridgerton' (in streaming dal 25 dicembre) è da annoverare tra quelle di successo, tanto che già ora si parla di una seconda stagione da mettere in produzione a marzo 2021. Buone notizie, insomma, per la produttrice Shonda Rhimes e lo sceneggiatore Chris Van Dusen, che in precedenza avevano lavorato insieme a titoli del calibro di 'Grey's Anatomy' e 'Scandal' e che ora paiono avere tra le mani una nuova gallina dalle uova d'oro. Che oltretutto potrebbe rappresentare un'eccezione rispetto alla nuova strategia industriale di Netflix. Prima di spiegare cosa intendiamo con quest'ultima frase, vale però la pena di mettere alcuni puntini sulle i.
La seconda stagione di Bridgerton
Intanto, Netflix e Shondaland non hanno ancora ufficializzato la lavorazione della stagione 2: se ne parla, tutto lascia intendere che si farà, ma niente è stato messo nero su bianco. O meglio, se qualcosa è stato scritto, ancora non è diventato di dominio pubblico. Se però tutto andrà come pare, allora la seconda stagione sarà l'adattamento del secondo romanzo della saga romantica scritta da Julia Quinn (gli episodi attualmente disponibili hanno adattato il primo libro). Questo significa che la trama ruoterà ancora attorno ai membri della famiglia Bridgerton, con un'attenzione particolare per le tribolazioni amorose del più grande dei figli di casa, Anthony. Aspettiamoci il ritorno del cast principale, ma anche l'ingresso in scena di nuovi personaggi, su tutti quelli delle sorelle Edwina e Kate Sheffield. Per approfondire: tutto sulla serie TV 'Bridgerton'
Bridgerton potrebbe rappresentare un'eccezione
Molti analisti concordano nel dire che Netflix ha cambiato il proprio modello di business e punta a realizzare serie TV con pochi episodi e poche stagioni, in modo da dare agli utenti l'impressione di avere sempre qualcosa di nuovo da proporre e convincerli in questo modo a non disdire l'abbonamento. All'interno di questa strategia, show come 'The Crown', per esempio, non verrebbero più prodotti, perché già in partenza molto costosi e molto lunghi (sin dall'inizio erano previste sei stagioni). 'Bridgerton' è ambientato durante l'Età della Reggenza, periodo storico che copre gli anni Dieci del XIX secolo, dunque necessita di un budget corposo per ricostruire scenografie e costumi. Inoltre, la saga della romanziera Julia Quinn comprende otto romanzi, più un nono libro che contiene un racconto e i "secondi epiloghi" di ognuno dei titoli precedenti. In termini di serie TV, stiamo parlando di almeno otto stagioni, che appunto rappresentano un'eccezione rispetto alla tendenza attuale di Netflix. Poi, per carità, di fronte al successo di pubblico si possono fare degli strappi alla regola, altrimenti il colosso dello streaming non continuerebbe a sborsare un sacco di soldi per mantenere i diritti di distribuzione della 'Casa di carta', il titolo più fortunato del suo catalogo. Leggi anche: - Equinox, il nuovo thriller soprannaturale di Netflix - Le terrificanti avventure di Sabrina 4, il finale della serie TV - In Giappone il cinema va benissimo, battuto il record della 'Città incantata'