“Avete un cuore da balena, solo le balene riescono ad andare così in profondità. Le cose per me non sono sempre state facili. Ho fatto una spedizione nel fondale dell’oceano. Ritornare in superficie non è facile, ma ce l'ho fatta: ci sono persone che me l'hanno permesso, i miei figli”. È commosso e visibilmente emozionato Brendan Fraser, nuovo premio Oscar come migliore attore protagonista dell’anno con 'The Whale', diretto da Darren Aronofsky. Con la statuette in mano, le lacrime agli occhi e le parole che sgorgano dal cuore, il 54enne ha colpito nel segno. Il Fraser di sempre è tornato.
Charlie: il riscatto di Brendan Fraser
La storia Charlie, il professore obeso di ‘The Whale’, è una narrazione di riscatto e voglia di ripartire, di riprendere in mano il timone di una barca alla deriva. Charlie è tanti di noi, ma è soprattutto Brendan Fraser, l’attore sexy che trent’anni fa conquistò Hollywood, con film come ‘Demoni e ‘La mummia’, e che poi è sprofondato negli abissi. Fiaccato da una crisi profonda: prima le molestie sessuali, poi il divorzio e infine l’oblio professionale. “Ho iniziato a lavorare trent’anni fa. Le cose non sono state sempre facili per me. Adesso sono qui e vengo riconosciuto. Non sarebbe stato possibile senza il mio cast”, ha scandito Fraser sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, davanti a una platea affollata di artisti e premi Oscar. La narrazione del ‘perdente’ che sfida se stesso e riemerge dal nulla ha fatto impazzire la giuria degli Academy Awards, schierata dalla parte di Brendan nonostante avversari di calibro, come Austin Butler con il suo Elvis Presley, nel biopic della rockstar più grande di tutti i tempi. "Avete un cuore da balena”, ha sottolineato Fraser rivolto ai giurati dell’Academy e a tutto lo staff che lo ha sostenuto, “è possibile vedere nelle vostre anime. È un onore essere qui con voi”.
La trasformazione di Fraser
The Whale' di Darren Aronofsky segna il ritorno della star 54enne, che aveva messo in pausa la sua carriera all'inizio degli anni Duemila dopo aver accusato un pezzo grosso dell'industria cinematografica di violenza sessuale. L'attore appare irriconoscibile nel ruolo di Charlie, un uomo di oltre 250 chili che non può più a uscire di casa e riesce a malapena ad alzarsi dal divano. Adattato da un'opera teatrale di Samuel D. Hunter, il film racconta la storia del ricongiungimento dell'insegnante di inglese con la figlia separata, interpretata da Sadie Sink, la giovane star della serie ‘Stranger Things’.
“Un film coraggioso”
Fraser è salito sul podio parlando di “multiverso”, l’insieme dei mondi paralleli tanto acclamati agli Oscar 2023, che hanno consacrato ‘Everything Everywhere All at Once’ miglior fil di sempre con 7 statuette, nuovo record degli Academy Awards. Ma il “multiverso” di Brendan ha un sapore intimo e tutto personale. “É un film coraggioso”, ha detto Fraser, “con The Whale ho avuto la possibilità di salvarmi”. Nel film super osannato dalla critica – con il Leoncino d’Oro al Festival di Venezia e un premio al Golden Globe – Brendan interpreta un po’ se stesso. L’uomo andato al tappeto dopo il doloroso divorzio dall’attrice Afton Smith (dalla quale ha avuto tre figli) che lo ha dissanguato, finanziariamente ed emotivamente. Ma prima di finire con il cuore a pezzi, Brendan è stato letteralmente cancellato da Hollywood dopo aver accusato l'ex presidente della “Hollywood Foreign Press Association” di molestie sessuali nei suoi confronti. Un uomo molto influente a capo della macchina dello show business, la stessa che assegna i Golden Globes.
The Whale: miglior trucco e acconciature
Avvolto da massicce protesi – talmente credibili da fare incassare al team degli hair stylist l’Oscar per il miglior trucco, strappandolo all’italiano Aldo Signoretti, candidato con Elvis – Brendan Fraser usa la voce e le espressioni facciali per trasmettere l’angoscia e le esplosioni di passione e speranza del suo personaggio. “Charlie è di gran lunga il personaggio più eroico che abbia mai interpretato", ha dichiarato l'attore alla Mostra del Cinema di Venezia a settembre. "Il suo superpotere è vedere il bene negli altri e farlo emergere". Unica nota dolente, nella lunga maratona degli Oscar è la delusione italiana. Il truccatore Aldo Signoretti è la quarta volta che arriva in nomination senza riuscire a vincere l'Oscar e nemmeno le ‘Le pupille’ di Alice Rohrwacher è riuscito a vincere l’Oscar per il miglior cortometraggio live action.