Giovedì 26 Settembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Venezia 2019, Brad Pitt: "La forza dell'essere fragili"

Il divo e la solitudine cosmica nel film 'Ad Astra' di James Gray

Venezia 76, Brad Pitt: red carpet 'Ad Astra'

Venezia 76, Brad Pitt: red carpet 'Ad Astra'

Venezia, 30 agosto 2019 - Alla mostra si celebra Pitt uomo. È Pitt Mania. Glamour e macho insieme, eternamente giovane a quasi 56 anni, muscoli e disinvoltura opportunamente dosati, Brad Pitt si presenta al Lido con T-shirt verde militare, jeans scuri, orologio al polso e bracciali, coppola in testa sopra i capelli scompigliati, ancora biondi: gridolini di fan per ogni dove, fino alla sala stampa, dove Brad si presenta nella stessa mise. Sembra pronto per una vacanza a Portofino, o a Capri, o alle isole Eolie, con quella disinvoltura che è sempre stata il suo marchio di fabbrica. Nel film Ad Astra, diretto dall’amico James Gray, e del quale è coproduttore con la sua Plan B, Brad invece affonda nel buio dello spazio, in una solitudine cosmica che lo porta ai confini del sistema solare. E da laggiù, verso Nettuno, in fondo a destra, qualcuno dice che possa iniziare la sua corsa verso l’Oscar.

VENEZIA 76: Brad Pitt acclamato all'arrivo alla Mostra

Pitt, lei interpreta un astronauta. Viene in mente il film interpretato dal suo amico Clooney, “Gravity”. Vi siete parlati? "Sì, ci siamo sentiti, ovviamente, e George mi ha parlato delle sequenze che ha fatto a gravità zero. Mi ha raccontato la storia delle sue difficoltà, agganciato a cavi per recitare. Perché fare un film ambientato nello spazio è un po’ come interpretare Peter Pan a teatro, attaccato alle funi".

Come ha affrontato il suo personaggio? "La chiave è che non puoi preoccuparti di risultare simpatico o antipatico, amato o odiato. Ti devi solo preoccupare di essere onesto, e devi accettare di essere vulnerabile. Il mio astronauta è qualcuno che si scopre vulnerabile".

La vulnerabilità, lo sgomento del suo personaggio, solo nello spazio, sono un aspetto inedito, nel cinema di fantascienza. "Sì. E per me è stata una conquista riuscire a mostrarmi vulnerabile. Siamo cresciuti in un’epoca in cui ci insegnavano a essere forti ad ogni costo, a non mostrare debolezze per non essere disprezzati… Beh, da una parte quell’educazione aveva degli aspetti positivi, ma dall’altra ci ha portati a negare il dolore, o le cose di cui ognuno di noi si vergogna. Ci ha spinti a negare una parte di noi".

Nel film c’è anche Liv Tyler: un personaggio cui il maggiore McBride, interpretato da Pitt, pensa: la vediamo attraverso la memoria di lui, o attraverso brevi video. Quasi al punto di non capire se sia un personaggio reale, o un frutto della sua immaginazione. "Per me – dice l’attrice – il personaggio è reale, lo è per la storia, lo è nella mente di McBride. Lui è così solo, e nella testa ha vortici di pensieri. Non puoi mai sapere cosa sia reale e cosa no". Torniamo a Brad Pitt. “Gravity”, gli ricordano, iniziò proprio da Venezia la sua corsa spaziale verso l’Oscar.

Ritiene di avere chances per l’Oscar? "Sono solo curioso di vedere come il film verrà accolto. Ogni anno vedo straordinari talenti venire premiati, e altri straordinari non venire premiati. Quando esce il tuo numero alla lotteria è una grande gioia, ma quando esce il numero di qualcun altro, di solito sono amici, e a me va bene lo stesso". Ci pensa un attimo, e aggiunge: "Come vi sembra, come schivata?". Impareggiabile, Brad.