Lunedì 28 Ottobre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Bostrico tipografo e alberi malati dal Trentino al Molise

Il naturalista Nicola Bressi va controcorrente: “Questo coleottero è sempre esistito in tutta Italia e addirittura nel Nord Africa. La mia idea? Ecco quali sono le colpe dell’uomo”

Il bostrico tipografo

Il bostrico tipografo

Isernia, 26 ottobre 2024 – Le ultime tracce del bostrico tipografo ci portano in Molise, nella riserva patrimonio Unesco di Montedimezzo (Isernia), siamo tra i comuni di Vastogirardi e San Pietro Avellana. Ma cosa sta succedendo?

Bostrico tipografo, la mappa della diffusione
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Bostrico tipografo in Italia

Avevamo lasciato questo minuscolo coleottero - misura appena tre-cinque millimetri - nei boschi di abete rosso delle Alpi, devastati dalla tempesta Vaia. In qualche modo un ‘lasciapassare’ per il bostrico, piccolo sì ma capace di piegare i giganti, malconci. Nessuna meraviglia trovarlo anche al Sud, è la didascalia di Nicola Bressi, entomologo e naturalista triestino. Premette: “Non stiamo parlando di una specie aliena. Il bostrico è sempre stato presente in tutta Italia. In mezza Europa, addirittura in Nor Africa. Ne esistono tante specie, l’ips typographus è la più diffusa”.

Il bostrico tipografo e gli alberi malati

“Il bostrico tipografo - evidenzia lo scienziato - vive sulle Alpi da migliaia di anni. Allora dobbiamo chiederci piuttosto: come mai non aveva mai provocato i danni che lamentiamo oggi? Fuori da ogni ipocrisia la risposta è molto chiara: il bostrico non uccide alberi sani, uccide alberi malati. Quindi se le piante si ammalano, dà il colpo di grazia. Ma perché gli alberi si ammalano? Forse è cambiato il clima? Forse le montagne sono più calde e più secche? Sì, è esattamente per questo. In sintesi: noi stiamo uccidendo gli alberi e diamo la colpa al bostrico. Ma quelle piante sarebbero morte comunque. Questo coleottero accorcia l’agonia”.

“Il bostrico tipografo non è una specie aliena”

In più, sottolinea il naturalista, “abbiamo eliminato una serie di animali che del bostrico si nutrono: picchi, ragni, calabroni, rospi, raganelle. Spesso li avveleniamo, ad esempio attraverso i trattamenti antizanzare. È una catena”. Il ’tipografo’ dei boschi, precisa Bressi, “non non è una specie aliena. Perché adesso fa strage di alberi? Certo Vaia ha fatto ammalare le piante. Ma in Polonia, in Svizzera, in Francia hanno problemi con il bostrico eppure non mi pare che lì sia arrivata Vaia".

“Ecco quali sono le colpe dell’uomo”

Quindi questo coleottero sta aumentando in tutte le foreste d’Europa perché gli alberi sono malati in tutte le foreste d’Europa. Con il cambiamento della temperatura un animale può spostarsi, un abete no. Oggi abbiamo elicotteri che portano acqua nelle malghe, abeti e siccita non vanno d’accordo. Il bostrico non attacca le querce, sicuramente in futuro avremo piante resistenti a questo insetto. Ma il cambiamento avverrà in centinaia di anni”.