Roma, 18 aprile 2017 - Da Renzo Arbore a Nino Frassica, da Alba Parietti a Marisa Laurito, passando per Michele Mirabella, Benedicta Boccoli, Isabella Ferrari, Ambra Angiolini. Sono tantissime le personalità del mondo dello spettacolo radiotelevisivo venute a rendere omaggio a Gianni Boncompagni (FOTO) nella camera ardente che è stata allestita nella sede di Radio Rai, la sua 'casa'. Di fronte al feretro - in omaggio allo humor dell'uomo - è stata collocata una riproduzione di un ritratto di una donna del pittore fiammingo Van der Weyden, ma al posto del viso della donna c'è il volto di Boncompagni. Alla camera ardente sono venuti per una visita anche Raffaella Carrà, Isabella Ferrari, il consigliere d'amministrazione della Rai, Carlo Freccero e il direttore del telegiornale de La7, Enrico Mentana.
"Queste scale le facevano sempre ridendo pronti a fare delle malefatte non solo radiofoniche ma anche nella vita, sfottendo tutti quelli che lavoravano in via Asiago per noi era fondamentale - sorride Renzo Arbore - Questo tributo Gianni se lo meritava, ha rinnovato la tv d'autore abbiamo visto un repertorio straordinario e ci accorgiamo che erano dei veri capolavori - ha aggiunto - ha inventato la regia moderna, ha illuminato la televisione in una maniera straordinaria ha portato l'allegria e i primi piani. Merita un riconoscimento perché è stato un inventore, oggi ci sono tanti amministratori".
Commossa fino alle lacrime Raffaella Carrà: "Ho assimilato adesso quello che è successo. Sono contenta dei complimenti che gli hanno fatto, ma io ho potuto vivere con lui e mi sono potuto godere Gianni in casa sua con le sue tre figliole. Mi porterò dietro l'uomo. Gianni se n'è andato piano piano, abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all'ultimo. Rimarrà sempre nel mio cuore". E ancora: "Noi a casa di Gianni ce lo siamo goduto, abbiamo riso e abbiamo parlato, gli abbiamo dato tutto il nostro amore. Lui rimarrà sempre nel mio cuore, ne abbiamo fatte tante insieme, ma io mi voglio tenere il Giannino che ho sempre conosciuto, al quale ho sempre voluto bene".
"Era un vecchio bambino, intelligente e colto, e ha dato a molte persone la possibilita' di fare questo mestiere", ha detto Benedicta Boccoli. "La scuola di Gianni era unica - ha affermato invece Alba Parietti - lui è stato una grande parte della mia vita. Ha fatto una radio e una tv che non esistevano. Lavorare con lui è stata la più grande cosa che si potesse avere. E' stato il più grande talent scout della tv. Con Gianni se non sapevi improvvisare potevi cambiare mestiere subito, mi ha insegnato che la televisione è divertimento, lacrime e sangue, e improvvisazione, se non sai improvvisare non puoi fare televisione".
Ambra Agiolini, molto commossa, non è riuscita a rilasciare dichiarazioni mentre Nino Frassica ha detto: "era un ragazzino, con la voglia sempre di scherzare, ciao Gianni". Per Isabella Ferrari "Gianni è stato una storia d'amore romantica, incontrata in tenera età. Quando incontri un genio e un anticonformista come lui è sicuramente una guida". "I ricordi sono tanti, molto divertenti, era un personaggio che amava sempre giocare, quella è stata una grandissima e meravigliosa epoca, ci siamo divertiti tanto, anche a stare tutti insieme a parlare", ha detto Marisa Laurito.
Commovente ma anche in qualche modo allegro il ricordo dei nipoti: "Che ci avessi preparato un ottimo scherzo per Pasqua non c'erano dubbi: solo tu potevi rubare la scena a Cristo - ha detto Mattia nel corso della cerimonia funebre laica - Grazie nonno, per tutto quello che ci hai insegnato, per averci dato nostra madre, tua figlia, e soprattutto per averci insegnato a scherzare". E Brando: "Per me sei stato un idolo, un re. Ti voglio bene e rimarrai sempre nella mia anima".
"Ho chiamato Mario Marenco che vive all'estero per avvertirlo della scomparsa di Gianni - ha rivelato Arbore - ma lui mi ha freddato dicendomi subito: 'quando lo raggiungiamo tutti e quattro?'". E Roberto D'Agostino: "Per me è difficile piangere un amico anche se io per Gianni provavo davvero soggezione: ti poteva fulminare in tre secondi con una battuta. Quando lo vidi la prima volta stavano registrando Bandiera Gialla. Avevo 17 anni e lui 15 anni più di me. Entrai in quello studio e la mia vita cambiò per sempre".