Domenica 22 Dicembre 2024
TOMMASO STRAMBI
Magazine

Il direttore bendato: mi licenziano. "Dal maestro attacchi irrispettosi"

Botta e risposta tra Veronesi e gli organizzatori della kermesse pucciniana. Lui: "Fanno propaganda politica". Ficacci, presidente della Fondazione: "Ha denunciato imbarazzo e noi l’abbiamo sollevato dall’incarico"

Il maestro Alberto Veronesi con una benda calata sugli occhi dirige la Boheme

Torre del Lago (Lucca), 17 luglio 2023- “Lo togliamo dall’imbarazzo". "Macché avete solo tolto la maschera". Benvenuti a Torre del Lago, un fazzoletto di acqua a ridosso della Versilia e abbracciato dalle Alpi apuane amate dal compositore Giacomo Puccini. È qui in riva a questo “luogo magico“ che sta andando in scena una fuga intensa che ha delle punte di un crescendo più rossiniano che pucciniano. L’antefatto è noto.

Venerdì sera è andata in scena la prima della Bohème nell’allestimento preparato e voluto dal regista francese Christophe Gayral e dallo scenografo Christophe Ouvrard. Allestimento contestato dal maestro Alberto Veronesi che ha diretto l’orchestra bendato in contrapposizione a "scelte ideologiche e propagandistiche", ha spiegato il direttore d’orchestra che è anche il presidente del Comitato Nazionale delle Celebrazioni per il centenario di Puccini.

Un colpo di scena che ha fatto parlare molto della Bohème. "Anche troppo e a sproposito", osserva il presidente della Fondazione Festival Pucciniano, Luigi Ficacci.

Così ieri "per togliere il maestro Veronesi dall’imbarazzo di dirigere un’opera che non riconoscere e togliere dall’imbarazzo anche orchestrali e artisti abbiamo deciso di revocare allo stesso Veronesi la direzione delle prossime repliche (a cominciare da quella del prossimo 29 luglio)".

Apriti cielo. Il maestro Veronesi non l’ha presa proprio bene. "Il Presidente del Festival Puccini, che mi ha mandato una lettera di licenziamento (ufficialmente con la giustificazione ridicola che sarei arrivato in ritardo a una prova!!!!) ha gettato la maschera. Ha boicottato il Concerto di inaugurazione dell’11 luglio, peraltro seguito da cinquemila persone, perché era prevista l’esecuzione dell’Inno a Roma, opera scritta da Puccini, mentre ha organizzato una Bohème dove i protagonisti fanno il pugno chiuso per tutta l’opera, questi non scritti da Puccini. E chi non si allinea, chi vuole proteggere Puccini, chi contesta le strumentalizzazioni come il sottoscritto, viene licenziato".

“Ma quale boicottaggio? – replica il presidente Ficacci –. Il vero boicottaggio è stato quello messo in atto del maestro Veronesi che prima ha chiesto dei cambiamenti irricevibili alla regia, poi è arrivato in ritardo alle prove e infine ha messo in scena la direzione bendata. Un atteggiamento che non potevamo più tollerare per rispetto agli artisti, ai musicisti, al pubblico e, ovviamente alla memoria di Puccini. In fondo quei cartelloni usati dagli artisti non erano propagandistici, ma evidenziavano semmai la vacuità di delle proteste dei giovani del Maggio Francese".

Ma Veronesi resta del suo avviso ed è ancora più convinto di avere difeso "la vera opera di Puccini a cui certe categorie non appartenevano e non si ritrovano nei suoi libretti, tanto meno nella Bohème. Impensabile immaginare degli artisti con il pugno chiuso come accaduto nell’allestimento di Gayral e Ouvrard".

Eppure, al calare del sole sul lago, sono le note di Puccini a riprendere il sopravvento e ieri sera oltre tremila persone hanno assistito al Galà con l’orchestra di Bologna voluto dal Comitato guidato da Veronesi per aprire le celebrazioni del centenario della morte proprio in davanti alla villa del compositore. Chissà che proprio la musica riesca a riportare la quiete dopo la tempesta. Gli applausi finali sembrano proprio un bel viatico.