Mercoledì 13 Novembre 2024

Blue Monday 2023, perché dicono che oggi è il giorno più triste dell'anno

In realtà la scienza è scettica, sul legame fra tristezza e giornata, ma c'è chi prende la cosa molto sul serio

Blue Monday, il giorno più triste dell'anno che in realtà non è triste

Blue Monday, il giorno più triste dell'anno che in realtà non è triste

L'umore delle persone conosce alti e bassi, ma lunedì 16 gennaio toccherà il fondo: tradizione vuole che sia il Blue Monday, il giorno più triste dell'anno. Poco importa che l'affermazione abbia scarsa solidità scientifica e abbia funzionato soprattutto come trovata pubblicitaria. A conti fatti, è una ricorrenza che continua a far parlare di sé e che, soprattutto in Gran Bretagna, è presa piuttosto sul serio. Scopriamo dunque come nasce e perché.

La nascita del Blue Monday

Tutto inizia all'inizio degli anni Duemila grazie al contributo di Cliff Arnall, psicologo dell'Università di Cardiff. Un giorno Arnall viene sedotto dall'idea che possa esistere un giorno particolarmente difficile per l'umore della gente. Ci ragiona su, formula ipotesi e alla fine giunge a un'equazione. Uno dei fattori presi in esame è la condizione atmosferica, con particolare attenzione a alle temperature più rigide e dunque meno "amichevoli" nei confronti delle persone. Arnall aggiunge al calcolo il ritorno agli impegni di lavoro dopo le vacanze di Natale e capodanno. Infine aggiunge una considerazione: in occasione del 25 e 31 dicembre tendiamo a fare buoni propositi per l'anno nuovo e a formularli con una certa leggerezza, esagerando le intenzioni. Tempo un paio di settimane e i nodi vengono al pettine, rivelando l'illusorietà dei piani messi in campo. Insomma, l'apice di questi tre elementi si raggiunge nel terzo lunedì di gennaio: è il Blue Monday (in lingua inglese "blue" significa "triste").  

La pseudoscienza del "lunedì blu"

Quando Cliff Arnall pubblica il risultato della propria ricerca, il mondo accademico lo guarda come un matto. L'Università di Cardiff si dissocia ufficialmente e definisce la sua equazione un esempio di pseudoscienza: termine che indica pratiche che pretendono di essere scientifiche quando in realtà violano i requisiti necessari a una conoscenza del mondo oggettiva, affidabile e verificabile. Insomma, l'idea del Blue Monday è carina, ma non ha solidità alcuna. Il fatto è che gli elementi dell'equazione offrono variabili troppo grandi. Per prima cosa, le condizioni atmosferiche non sono prevedibili come fatto astratto, isolato per esempio da macro fenomeni (vedi il riscaldamento globale) e senza considerare le differenze da luogo a luogo: magari a Cardiff è una giornata fredda, grigia e piovosa, ma nulla vieta che a Palermo ci sia il sole e la temperatura sia piacevole. Inoltre, non è affatto detto che i buoni propositi di fine anno siano stati formulai, o che lo siano stati in maniera irrealistica. E anche se fosse così, non è scontato che mostrino evidentemente la corda proprio in occasione del terzo lunedì di gennaio. Magari un proposito era di approfittare dell'estate per un corso di vela, per dire.  

Il Blue Monday funziona in termini pubblicitari

Alcuni detrattori di Cliff Arnall ipotizzarono che la sua equazione fosse nata su commissione: a riguardo non vi sono certezze, ma è innegabile che il Blue Monday sia stato presto fatto proprio dalle campagne pubblicitarie. La prima volta accade il 24 gennaio 2005, che curiosamente non era il terzo lunedì del mese bensì il quarto. Il primo "giorno triste" comparve all'interno di un comunicato stampa dell'emittente televisiva Sky Travel: vi si citava lo studio di Cliff Arnall per spingere le persone a combattere il giorno più triste prenotando un viaggio proprio in quel lunedì. Come a dire: siccome gli psicologi avvertono che stai per affrontare un momento particolarmente difficile, tu difenditi pianificando una futura vacanza e iniziando a prenotare ciò che dev'essere prenotato. La trovata pubblicitaria ha avuto successo e, nonostante l'assenza di scientificità del Blue Monday, la ricorrenza ha fatto breccia nei cuori e nelle menti delle persone, soprattutto in Gran Bretagna. Ancora oggi è un giorno di cui si discute molto.