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Sergio Bernal, 34 anni
"La prima volta che sono salito sul palcoscenico ho capito che la danza era il mio modo di comunicare. Danzando abbiamo il potere di far emozionare la gente, che vive un momento che non dimenticherà mai": si racconta così Sergio Bernal, primo ballerino del balletto nazionale di Spagna e da molti definito il re del flamenco, ieri a Firenze ospite speciale della kermesse DanzainFiera. Bernal inizierà venerdì a Trieste il suo tour italiano che lo porterà, fra l’altro, a Modena (sabato), Bologna (20 e 21 marzo), Brescia (29 marzo).
"Ho iniziato per caso a ballare – ha detto Bernal – Eravamo due terremoti io e mio fratello e così mia madre ci portò a lezione di danza, mio fratello smise dopo poco". È al conservatorio di Madrid che ha capito che sarebbe diventato un ballerino professionista.
E così ha fatto, tanto da arrivare ad eccellere sia nel classico che nella danza spagnola, una cosa rara ad alti livelli. "Per me convivono molto bene – ha spiegato – Quando balli flamenco devi ritrovare tutto quello che hai vissuto nella tua vita, dal lutto alla tristezza alla festa. La danza spagnola è radicata nella terra. E anche la danza classica non è solo fare una piroetta. È di più, è raccontare qualcosa di importante al pubblico".