Mercoledì 19 Marzo 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Benigni a raffica su Ventotene e il sogno dell’Europa: “Attenti al nazionalismo, la pace è in pericolo”

Il premio Oscar nel suo show “Il sogno” in diretta su Rai 1 augura pronta guarigione a Papa Francesco, poi si scatena in uno show europeista. "Colorni, Rossi e Spinelli sono eroi. L'Ue è la più grande istituzione degli ultimi 5.000 anni realizzata sul pianeta terra dall'essere umano”

Roberto Benigni, durante il suo show "Il Sogno", su Rai1

Roberto Benigni, durante il suo show "Il Sogno", su Rai1

Roma, 19 marzo 2025 – "Saluto il Presidente della Repubblica Mattarella, so che ci sta guardando, grazie presidente''. In apertura della serata tv 'Il sogno', Roberto Benigni saluta il capo dello stato e poi rivolge un augurio di pronta guarigione a papa Francesco. Benigni cita le parole di Bergoglio sulla pace per poi concludere: "Che papa che abbiamo!".

Lo spettacolo diventa anche l’occasione per parlare di Europa e soprattutto della polemica su Ventotene innescata oggi dalle parole della premier Giorgia Meloni nell’Aula di Montecitorio.  "Ne abbiamo fatte di belle cose noi europei, è giusto ricordarsi chi siamo, c'è da essere orgogliosi di essere europei – dice Benigni –L'Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni, ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell’umanità, inventando la logica, la ragione, il dubbio", e ancora "la libertà, la democrazia, il teatro lo sport, la chimica moderna, la coscienza di classe, spaccando l'atomo, dipingendo la Sistina. Un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi. Abbiamo fatto tante cose brutte ma ne abbiamo fatte anche di belle, noi europei: è giusto ricordarsi chi siamo, c'è da essere orgogliosi di essere europei", sottolinea il comico toscano.

"La pagina più commovente ed entusiasmante" della nascita dell'Unione europea è stata "qui in Italia, in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Nel 1941 succede una cosa incredibile, qualcuno ha un'idea, di cambiare tutto, l'idea dell'unità europea. E non era facile, intorno era tutto rovine e morti. Tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli pensarono al nostro futuro, con un documento che era un sogno e anche di una concretezza e profondità straordinaria. Mentre tutto intorno c'erano rovine, morti, cadaveri, nel 1941, tre uomini, tre eroi, ebbero un lampo, un'idea, di cambiare tutto, girare pagina: l'idea dell'unità europea. Sono eroi della nostra storia, i pionieri".

"Sono un europeista estremista, l'Europa unita è l'unica utopia ragionevole", sottolinea il premio Oscar in diretta su Rai1. "L'Unione Europea è la più grande istituzione degli ultimi 5000 anni realizzata sul pianeta terra dall'essere umano, un progetto, un ideale una speranza, una sfida, un sogno, e soprattutto è un caso unico nella storia dell'umanità: la sola volta in cui Stati sovrani decidono liberamente in pace di unirsi, un colpo di scena della storia, una rivoluzione silenziosa che può trasformare il mondo". L'Europa, insiste Benigni citando De Gasperi, "il più grande presidente del consiglio che abbiamo avuto", "non è una cosa fredda che sta a Bruxelles o a Strasburgo, è una cosa calda, vicina, piena di passione e amore. Non a caso il suo inno è L'Inno alla gioia di Beethoven".

Ma il comico toscano avverte: "Attenti perché il cammino non è concluso, nella storia dell'Europa la cosa rarissima è la pace: basta che spuntino problemi perché risorga il nazionalismo, che nella storia ha provocato milioni di morti, è il carburante di tutte le guerre", "è una fede integralista, un'ossessione per la nazione al di sopra di tutto, anche di Dio, è una malattia, che si maschera da patriottismo, no lo confondete mai. Lo dico io che sono il più grande patriota e amo l'Italia come la mia mamma. Il nazionalismo odia invece il mondo, il suo motore è la paura e vuole che abbiamo paura tutti noi". E quanto questo accade "la pace è in pericolo". 

Poi ironizzando sul rapporto tra la premier e Elon Musk, su cui aveva scherzato nel suo intervento al festival di Sanremo, il comico toscano dice: "Mi ha chiamato Meloni per smentire: non è vero, tra me e Musk non c'è niente, lo giuro sulla mia Tesla".