L'adagio che descrive i gatti come scorbutici e scarsamente socievoli potrebbe avere le ore contate. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Behavioral Processes l'indipendenza dei felini non va confusa con eccessiva riservatezza, in quanto si tratta in realtà di animali molto desiderosi di interagire con gli esseri umani.
GATTO VS. UOMO
La squadra della Oregon State University ha preso in esame 46 gatti, metà abituati a vivere tra le mura domestiche e metà provenienti da un rifugio. In un primo esperimento, tutti gli esemplari sono stati collocati a turno in una stanza in compagnia di un estraneo, utilizzato come cartina tornasole per valutare socievolezza degli animali.
L'essere umano è stato istruito per ignorare il gatto nei primi due minuti e poi ricoprirlo di attenzioni nei successivi 120 secondi, accarezzandolo e richiamandolo per nome. Il test è stato replicato una seconda volta con i soli felini domestici, messi questa volta a tu per tu con i relativi padroni.
INDIPENDENTE, MA SOCIEVOLE
Le prove raccolte sembrano smentire la presunta diffidenza dei gatti, dimostrando che al contrario gradiscono la compagnia umana, soprattutto quando è il momento di ricevere coccole. Cronometro alla mano, gli animali hanno passato diverso tempo vicino all'uomo, evidenziando una tendenza all'interazione in parte inaspettata, che si è soliti attribuire ai cani.
I ricercatori sottolineano che nel corso dei vari test i gatti sono sempre sembrati in controllo della situazione, anche nei frangenti di maggiore intimità. Le circostanze suggeriscono che si tratti di un atteggiamento facilmente fraintendibile, che tuttavia non esprime distacco nei confronti dell'uomo, bensì la semplice volontà di avere una scelta: ossia quella di allontanarsi per dedicarsi ad altro.
Lunedì 23 Dicembre 2024
ArchivioContrordine, non è vero che i gatti sono poco socievoli