Venerdì 29 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

L'esplosione di Beirut è stata una delle più potenti della storia

Stimata fra le 500 e le 1100 tonnellate di TNT, è stata la più grande dal 1945 a oggi, seconda solo agli ordigni nucleari

Il porto di Beirut distrutto nell'esplosione del 4 agosto - Foto: ANSA/EPA/WAEL HAMZEH

Il porto di Beirut distrutto nell'esplosione del 4 agosto - Foto: ANSA/EPA/WAEL HAMZEH

Se si escludono quelle nucleari, la devastante esplosione che ha sconvolto Beirut il 4 agosto è stata una delle più potenti della storia: in pochi millisecondi ha rilasciato una quantità di energia sufficiente ad alimentare cento case per un anno. Lo sostiene un'analisi della University of Sheffield, che ha studiato la dinamica della deflagrazione partendo da sedici video reperiti dai social network. Registrati a distanze diverse dal porto, i filmati selezionati mostravano tutti una visuale diretta e senza ostacoli sull'esplosione, provocata dalla detonazione di 2750 tonnellate di nitrato d'ammonio stoccate in un deposito. Ciò ha permesso di stimare la velocità con cui l'onda d'urto ha raggiunto vari punti della città: elaborando questi dati i ricercatori hanno quantificato la portata della deflagrazione. La sua potenza è risultata equivalente a quella di 500 tonnellate di TNT come stima più attendibile, con un limite di 1100 tonnellate nell'ipotesi massima: ossia circa un ventesimo della bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945, che aveva una potenza di 15mila tonnellate (15 chilotoni) di TNT, oppure l'equivalente di una settantina di MOAB, l'ordigno convenzionale più potente in dotazione all'esercito americano. L'energia rilasciata nel giro di una frazione di secondo ammonta a 1GWh, quanto quella prodotta da tre milioni di pannelli solari in un'ora. In base a questi calcoli, l'esplosione del porto di Beirut è la più grande – tolte appunto quelle nucleari e i fenomeni naturali come i vulcani – dal secondo dopoguerra ad oggi. Il primato assoluto appartiene ancora all'esplosione di Halifax, 2,9 chilotoni, avvenuta in Canada nel 1917. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Shock Waves.