Sabato 6 Luglio 2024
RICCARDO JANNELLO
Magazine

Bebe Vio: "Io, normale rompiballe sempre pronta alle sfide"

La campionessa paralimpica di scherma: "Mi sopravvalutano. Non ho superpoteri se non quelli della volontà, la vita mi esalta. Il mio segreto? Avere una famiglia pazzesca"

La campionessa paralimpica Bebe Vio (Ansa)

La campionessa paralimpica Bebe Vio (Ansa)

Bebe, lei ha sdoganato una parola che sembra il suo giudizio su tutto ciò che la circonda… «Se si riferisce a figata è vero - risponde Beatrice Vio, campionessa paralimpica di scherma, paladina della lotta per il superamento delle barriere -, la uso anche troppo però per me è diventata una cosa normale. Mi fa piacere quando la dice Jovanotti. Che figata, ok, la vita va bene così».

Anche nei suoi riguardi, per ciò che le ha riservato? «Certo. La gente magari mi dice ‘poverina’, ma io al contrario riesco a fare tutto anche senza gambe e braccia».

Si sente un’eroina?  «No, mi sento una ragazza normalissima, una persona semplicissima. Ho tutti i difetti della normalità».

E quali pregi? «Che faccio tutto il possibile. Ho la volontà per cercare di riuscire a fare qualunque cosa».

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Che momento è nella vita di Bebe , ragazza normale? «Un periodo molto bello. Da gennaio mi sono iscritta all’università, studio comunicazione, mi mancava stare davanti ai libri. Frequento un’ università americana dove non mi conosce nessuno e quindi mi sento ancora più normale ed è fighissimo».

Ha compiuto 21 anni il 4 marzo e non si ferma mai… «Ho sempre molto da fare, con allenamenti, gare, ho finito uno stage con Oliviero Toscani, ho l’associazione Art4sport con i miei genitori e tanto altro. Giovedì prossimo saremo a Roma, allo stadio dei Marmi, con Giochi senza barriere dove atleti disabili e normodotati si sfideranno in nome di otto città per dimostrare che tutti siamo uguali».

Per esempio?  «Pensate a un normodotato che gareggia nella velocità indossando le lame. Io faccio le gare con mio padre e il mio preparatore atletico. Lo scopo è porre delle barriere a chi non è abituato ad averle e dimostrare come si può superare questa difficoltà».

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Lei ama stare in mezzo alla gente? «Da matti, è tutto super. Soprattutto la vita di un’atleta, quale io mi reputo, non è niente senza un gruppo di persone attorno. Guardo molto la gente e vorrei che fossero tutti felici. Io lo sono e spero di potere cogliere questo anche negli altri».

Ma lei come si sente? «Sopravvalutata».

E perché? «Alla fine ho 21 anni e sono una ragazza normalissima con tanta volontà. Per questo non capisco perché qualcuno mi guardi e non riesca a parlare».

Normalissima, ma ormai un’icona se non le piace il termine eroe. Un personaggio anche prestato alla pubblicità… «Sono contenta di portare in tv un’immagine positiva: non esistono persone superiori, chi ha disabilità deve essere considerato alla stregua degli altri. Vorrei che altri come me lo facessero, altre personalità si mettessero in gioco. Non ho superpoteri se non quelli della volontà».

I suoi successi comunque contano parecchio: che cosa significano per lei? «Sono importanti perché sono un’atleta, non una influencer. E giovano allo sport: appartengo alle Fiamme Oro, onorata di essere una poliziotta, e spero che sempre più persone con disabilità possano essere atleti e poliziotti allo stesso tempo. Stiamo vincendo sempre più medaglie anche se purtroppo ancora oggi non siamo considerati atleti al cento per cento e molti ancora non possono permettersi una vita normale nello sport e nelle professioni».

Quella delle Olimpiadi, con una medaglia d’oro individuale e una di bronzo a squadre, che esperienza è stata? «Pazzesca, rappresentavo tutta l’Italia ed ero orgogliosa di farlo in quel modo».

Della politica che cosa pensa? «Non la seguo e non sono neppure andata a votare. E questo, lo so, è una cosa sbagliatissima. Prometto di impegnarmi di più».

Eppure lei è stata additata come renziana dopo il famoso viaggio a Washington… «Sono stata sfruttata dai suo avversari, ma non vedevo Renzi come partito, ma come rappresentante della Patria e l’opportunità era importante. D’altra parte c’erano dei numeri uno: Benigni, Sorrentino, Armani...».

E Obama visto da vicino? «Alto, supersciallo. Non se la tira per nulla».

Torniamo a Bebe: com’è nel privato? «Fortunata di avere una famiglia normalissima e pazzesca, che mi segue con passione. E io sono una rompiballe. Sono fortunata perché ho molti amici e viaggiando di continuo faccio nuove belle conoscenze in giro per il mondo. I miei genitori devono tenermi a freno».

Bebe, dopo la vittoria a Rio ora è più difficile ripetersi? «Ho davanti a me anni di sogni, il più grande riguarda Tokyo 2020 e ho uno scopo: vincere la gara a squadre, dimostrare che l’Italia è grande nel suo complesso. L’altro scopo è disputare una Olimpiade in casa, ma sarà molto difficile. La prima data utile sarebbe il 2032, e io avrei già 35 anni… Ma su questo un sogno ce l’ho». 

Quale? «Portarla in Italia come dirigente federale. E per questo ho più tempo a disposizione».

Ha detto dirigente. Non pensa di poter essere allenatrice? «Sarei cattivissima. Pretendo tantissimo da tutti quelli che mi circondano e da me stessa. Mi sento più utile a portare la mia esperienza nell’organizzazione. E poi non sareste anche voi orgogliosi se vi portassi i Giochi in Italia? Sarebbe una vera figata!».

Bebe Vio ha due nuove mani (LaPresse)