Sabato 23 Novembre 2024
ANDREA SPINELLI
Magazine

Beatles, l’ultima canzone. Lennon autentico e limpido. Il miracolo in musica dell’intelligenza artificiale

Il demo di “Now and Then“ finora era stato inutilizzabile per i rumori di fondo. Ora il brano è vivo grazie alla tecnologia usata da Jackson per il doc “Get Back“.

Beatles, l’ultima canzone. Lennon autentico e limpido. Il miracolo in musica dell’intelligenza artificiale

Beatles, l’ultima canzone. Lennon autentico e limpido. Il miracolo in musica dell’intelligenza artificiale

Get Back. Con Now and Then i Beatles ricompongono il sogno per 248 secondi, tornando lì dove li ha portati la più folgorante carriera del pop inglese. In radio da ieri, infatti, la ballad definitiva dei Fab Four scrive il capitolo finale dell’epopea grazie al “piccolo aiuto” non degli amici – come diceva la canzone – ma dell’intelligenza artificiale. Piccolo, ma decisivo, come raccontano Paul McCartney e Ringo Starr alla macchina da presa di Oliver Murray in Now and Then - The Last Beatles Song il documentario di 12 minuti realizzato per immergere i fan tra i come e i perché di questa folgorante reviviscenza con la voce di John Lennon (ucciso nell’80) e la chitarra di George Harrison (scomparso nel 2001).

"Fare buona musica in una band è tutta questione di alchimia. Il modo in cui le nostre quattro personalità si sono unite nei Beatles è stata una cosa molto speciale" racconta Sir Paul. "Quando abbiamo perso John, ci siamo resi conto che era davvero finita. Poi incredibilmente, nel 1994, si è presentata un’occasione per fare nuova musica insieme". E Harrison, in un filmato d’epoca, spiega che se avessero dovuto riunirsi per fare qualcosa col venerato marchio sarebbe stato "ovvio" avere con loro "pure John". Già, ma come? "Stavo parlando con Yoko" prosegue George, "quando mi ha disse: “penso di avere una cassetta di John“". È stato così che dagli archivi della signora Ono sono saltate fuori tre nuove canzoni registrate da Lennon a fine anni ’70 al Dakota Building: Free as a Bird, Real Love (inedita fino ad un certo punto visto che nell’88 era già comparso in altra versione nel documentario postumo Imagine: John Lennon), entrambe poi rielaborate per trovare posto nella monumentale The Beatles Anthology del 1995, oltre questa registrazione piano e voce del 1979 troppo malridotta per tentarne il recupero. I Beatles superstiti, però, qualche tentativo lo fecero ed è da quelle session che arrivano le parti di chitarra di George Harrison. Nelle due audiocassette consegnate dalla Ono a Paul nel ’94, in occasione dell’introduzione postuma di John nella Rock’n’Roll Hall of Fame, c’era pure un quarto inedito, Grow Old With Me già pubblicato, però, dalla vedova in Milk and Honey dell’84. Il recupero di Now and Then fuperò abbandonato perché la tecnologia del ’95 non consentiva di separare sul provino la voce di John dal suono del suo pianoforte e dai fortissimi rumori di fondo, frustrando i tentativi di Harrison al punto da indurlo a definire il tutto "fottuta spazzatura" come raccontato poi da McCartney in un’intervista al New Yorker. "Essendo i Beatles una democrazia, decidemmo quindi di abbandonare la canzone".

Ora, trent’anni dopo quei tentativi nessuno della famiglia Harrison ha avuto da ridire sulla pubblicazione del pezzo, mentre il problema tecnico è stato superato trattando la voce di Lennon col il machine learning, lo stesso procedimento utilizzato dal regista Peter Jackson nel suo fortunato docufilm di due anni fa The Beatles: Get Back a cui “Macca” era già ricorso pure nel 2022 per duettare I’ve got a Feeling con John al festival di Glastonbury. "Dopo aver tanto lavorato sulla traccia, George concluse che le difficoltà tecniche con quel demo erano insormontabili e non era possibile completare il lavoro con uno standard sufficientemente elevato" ammette Olivia Harrison. "Fosse qui oggi, Dhani e io sappiamo che si sarebbe unito a Paul e Ringo mettendoci tutto il cuore per completare la registrazione di Now and Then".

Il video mostra come l’Ai abbia ripulito la voce di Lennon facendola suonare molto meno spettrale che in Free as a Bird dando vita a una riflessiva ballata per pianoforte, che chiaramente non soppianterà mai Across the Universe o Blackbird nel cuore dei fan, ma è migliore degli inediti che l’hanno preceduta. E ha un testo importante (anche se originariamente dedicato a un momento critico del menage Lennon-Ono) per mettere la parola fine a una storia lunga sessant’anni: "Ora e allora mi manchi oh, ora e allora voglio che torni da me".