Parigi, 22 agosto 2023 – "Per favore, dimenticatevi di me! Non capisco perché la gente si interessi ancora a me. Ma perché non mi lasciate in pace, una volta per tutte?". L’insofferenza al proprio stesso mito. È quella che prova Brigitte Bardot: BB, una delle leggende del cinema. Ma quando sei diventata una leggenda, alla leggenda non puoi sfuggire. Anche se da anni hai abbandonato il cinema, anche se non ti fai vedere in giro, anche se hai 88 anni.
Brigitte Bardot ha scritto una lunga lettera alla regista, e amica, Danièle Thompson, che la aveva contattata parlandole del progetto di una serie televisiva che raccontasse la sua storia. Brigitte Bardot aveva protestato: "Ho smesso di fare cinema da mezzo secolo, non capisco tutto questo interesse ingiustificato per me. Voglio soltanto prendermi cura della mia causa per gli animali, non voglio altro". Una lettera che ha gelato la regista, che si stava accingendo a mettere su il progetto della serie, che ha poi portato a termine che è stata trasmessa nel maggio scorso dalla tv francese. Brigitte Bardot non si è opposta alla realizzazione. Ha solo espresso la sua perplessità. Il diritto all’oblio.
In tanti vengono dimenticati, protagonisti di ieri divenuti fantasmi di oggi. Qualcuno invece no. Qualcuno rimane, incastonato nella memoria collettiva. BB fa parte dello stesso Olimpo in cui stanno Marilyn, Greta Garbo, Marlene Dietrich, Rita Hayworth. E, fra le dive italiane, Sophia e Claudia Cardinale. E non può farci niente, non può cancellarsi. Ma perché? Perché BB è così iconica? Non si tratta di recitazione, è qualcosa di più universale, appartiene al costume. Se oggi le ragazze sono sicure di sé, consapevoli, sfrontate, fatali, lo devono anche a lei. A quel broncio che conquistò gli schemi, all’inizio degli anni ‘60.
I film che la impongono alla attenzione del mondo, che creano un fenomeno BB come lo saranno in altro modo i Beatles, si contano sulla punta delle dita: Piace a troppi (Et Dieu... créa la femme) di Roger Vadim, La ragazza del peccato di Claude Autant-Lara, Vita privata di Louis Malle e Il disprezzo di Jean Luc Godard. In quei film, BB ha incarnato una femminilità nuova. Si veniva dai sessuofobici anni Cinquanta. Lei era scandalosa, sensuale, trasgressiva: la rivoluzione sessuale, ben prima del ‘68.
Tutti i più grandi artisti del mondo impazziscono per lei. Bob Dylan scrisse su di lei una delle sue prime canzoni, John Lennon per la paura ingeriva Lsd prima di incontrarla. Serge Gainsbourg ha scritto per lei, allora sua amante, la mitica Je t’aime, moi non plus. Persino Simone de Beauvoir nel 1960 scrisse un saggio affascinato su di lei. La televisione italiana mandò quello che era allora il suo corrispondente da Parigi, un giovanissimo Piero Angela, a filmare il concorso “Trovate la sosia di Brigitte Bardot“. Il mito dilagava: le ragazze si facevano i capelli come lei, biondo ossigenato. Era Bardot mania.
Nella vita privata, BB sarà trasgressiva, libera, senza compromessi. Quattro mariti: Roger Vadim, l’attore Jacques Chanier, Gunter Sachs e il politico di estrema destra Bernard d’Ormale. Un figlio, mai amato, rifiutato fin dalla gravidanza. Un figlio che vive in Norvegia, quasi sconosciuto. E per lei, Brigitte, diversi tentativi di suicidio. Una vita come un romanzo, interrotto nel 1973, quando con il cinema non vuole avere più nulla a che fare. Ma al mito non si sfugge.
In Francia, la sceneggiatrice e regista Danièle Thompson, candidata all’Oscar per il film Cousin cousine nel 1977, ha scritto e diretto – insieme al figlio Christopher – una serie televisiva in sei puntate per France 2. La serie Bardot racconta, in sei episodi, l’ascesa di quella ragazzina che in pochi anni divenne un punto di riferimento per milioni di ragazze, e cambiò l’idea stessa di femminilità, di seduzione.
All’inizio degli anni ‘50 Brigitte Bardot era soltanto una ragazzina che studiava danza classica. Fu notata da un fotografo della rivista Elle: aveva quindici anni quando finì in copertina. A diciannove si tinge i capelli di biondo e passeggia sulla Croisette di Cannes. Lì diventa, per sempre, BB. Il regista Roger Vadim la sposa, e la dirige in un film il cui titolo originale è tutto un programma: “E Dio creò la donna“. La bomba è esplosa. Verranno altri film, neppure moltissimi, in una carriera che dura meno di vent’anni.
Nel 1973 decide che il cinema non la interessa più. Non ha neanche quarant’anni. È anche così che si diventa leggenda: nascondendosi allo sguardo degli altri. Come Greta Garbo, che non si fece più trovare da nessun fotografo dopo i quarant’anni. BB ha continuato a mostrarsi, ma per le sue campagne in difesa degli animali, inveendo contro le macellazioni rituali, e firmando una petizione a favore di Roman Polanski, quando fu arrestato in Svizzera nel 2009. Ma per il resto, se ne sta chiusa nella sua villa di Saint Tropez. Da dove ha scritto quella lunga lettera alla regista Danièle Thompson, chiedendo di essere dimenticata, e concludendola così: "E poi va bene, volete una serie su di me? Fate come volete".