Londra, 21 novembre 2023 – Banksy non sarebbe Banksy senza l’aura di mistero che avvolge la sua identità, eppure sembra che, ormai un ventennio fa, abbia rilasciato un’informazione preziosa per tutti i curiosi che indagano sul chi si nasconda dietro allo pseudonimo e alle opere di street art che realizza in giro per il mondo. Era il 2003, e Banksy si era già fatto un nome nell’arte dei graffiti, tanto da essere intervistato dalla prestigiosa BBC. Nel reportage, il giornalista Nigel Wrench gli chiede scherzosamente se il suo nome sia “Robert Banks”. L’artista risponde “È Robbie”. La registrazione audio non è mai stata mandata in onda e si era persa tra gli archivi della tv di Stato britannica. Recuperata recentemente, è stata rilasciata come parte di un podcast su Banksy.
Potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto, vista la natura scherzosa della domanda di Wrench, ma “Robert”, “Robin” e “Robbie” sono i nomi più accreditati sul web per l’identità di Bansky. Sono in molti a pensare che dietro al misterioso artista si nasconda Robert Del Naja, vocalist e campionatore dei Massive Attack, nonché appunto graffitista. Non combacerebbero però le età: si presume che Banksy sia nato nel 1974, mentre il musicista è classe 1965. Anche i luoghi di origine sono diversi, rispettivamente Bristol – nell’ovest dell’Inghilterra, vicino al Galles – e Brighton – nel sud del paese, sulla Manica.
Banksy ha iniziato la sua carriera nei primi anni Novanta, quando si presuppone fosse adolescente. La prima opera che ha ricevuto l’attenzione di critici e media è The Mild Mild West (Il blando-blando Occidente, del 1997), una presa di posizione contro la repressione dei rave da parte delle forze dell’ordine britanniche. L’arte di Banksy è pregna di significati politico-sociali, con i temi trattati che spaziano dalla critica alla società occidentale alla manipolazione dei media, passando per le questioni dell’attualità, come la povertà, la guerra e le disuguaglianze.