Giovedì 26 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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“Balene e navi, la mappa del rischio: quali sono i mari più pericolosi”

Simone Panigada, presidente di Tethys, ha collaborato a una ricerca appena pubblicata sulla rivista Science. “Ormai è necessario ridurre la velocità. Quali sono le specie in pericolo”

Roma, 25 novembre 2024 – Balene e navi nel mondo: ora una mappa delle collisioni ci svela quali sono i mari più a rischio. La ricerca è frutto di uno studio internazionale condotto dall’Università di Washington e pubblicato sulla rivista Science. La ricerca ha un’anima italiana, la parte del Mediterraneo infatti è stata curata da Simone Panigada, presidente di Tethys, che ha anche collaborato alla stesura di tutto l’articolo.

Balene e collisioni con le navi, la mappa mondiale
Balene e collisioni con le navi, la mappa mondiale

Balene e navi, la mappa delle collisioni

Premette il biologo: “Intanto non si conosce il numero degli incidenti, spesso le navi nemmeno se ne accorgono. Il problema è molto serio perché il traffico marittimo è in costante aumento e le navi sono sempre più veloci. Oggi la velocità media si aggira sui 20 nodi, quindi circa 40 chilometri all’ora. Per ridurre in modo significativo il rischio, bisogna scendere tra 10 e 13 nodi, questo ci dice la scienza. Le balene, ad esempio quando si stanno trasferendo, raggiungono velocità importanti, anche fino a 10-15 km/h”.

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Le aree più a rischio

Ma quali sono le aree più a rischio? Risponde Panigada: “Intanto il Santuario Pelagos, tra Francia, Italia e Golfo del Leone. Poi senz’altro la Fossa ellenica. Chiaramente il ragionamento si può anche rovesciare. Nell’impatto con una balena di 70 tonnellate anche un’imbarcazione è a rischio. Quindi il problema ha due facce, la sicurezza in mare e il pericolo per i mammiferi marini”.

Quali sono le specie in pericolo

Le specie più a rischio nel Mediterraneo sono due, mette in guardia Panigada, “la balenottera comune e il capodoglio. Nel Nord Atlantico, invece, è in pericolo soprattutto la balena franca, decimata dalle collisioni anche perché è molto lenta”.

Esperti di 5 continenti

Lo studio è stato realizzato da esperti provenienti da 5 continenti. Un lavoro ciclopico, con un intreccio impressionante di dati. Sono stati raccolti 435mila avvistamenti, incrociati con i percorsi di 176mila navi mercantili.