Martedì 5 Novembre 2024

Aviaria, negli Usa contagio esteso a orsi polari e delfini. Cosa sta succedendo in Italia

L’allerta delle autorità sanitarie americane sul contagio umano. Calogero Terregino dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, responsabile del centro di referenza nazionale e del laboratorio di referenza europeo: “Presto per fare previsioni su gravità e impatto”

L'anno scorso in Sud America l'aviaria ha fatto strage tra i leoni marini

L'anno scorso in Sud America l'aviaria ha fatto strage tra i leoni marini

Roma, 10 maggio 2024 – L’aviaria, dopo aver contagiato le mucche, negli Stati Uniti si sta diffondendo a macchia d’olio tra i mammiferi. Secondo il New York Times l’elenco è lunghissimo: dai delfini agli orsi polari, dalle volpi alle puzzole. Le autorità sanitarie sono in allerta. Robert Califf, a capo della Food and Drug Administration (Fda), ha calcolato come ancora basso il rischio che l’aviaria possa alimentare una pandemia ma ha raccomandato: ci dobbiamo preparare.

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"In Italia ad oggi zero casi”

Aviaria, cosa sta succedendo in Italia

Ma in Italia cosa sta succedendo?  "Al momento non si registrano casi – fa sapere Calogero Terregino dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, responsabile del centro di referenza nazionale e del laboratorio di referenza europeo -. Gli ultimi episodi sono datati a gennaio-febbraio” e sono stati limitati a “uccelli selvatici e pollame”.

A questo link dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie tutte le info

La lista dei mammiferi contagiati può allungarsi

Invece negli Usa la lista dei mammiferi contagiati può allungarsi? “Sì –risponde l’esperto -. Ma è presto per fare previsioni su gravità e impatto. La preoccupazione ci deve essere perché è un virus completamente nuovo, il sottotipo H5N1 non ha mai provocato fenomeni epidemici o pandemici nell’uomo”.

La moria di leoni marini in Sud America

E resta da decifrare meglio anche la moria di leoni marini che l’anno scorso ha fatto strage in Sud America. Infatti, fa notare Terregino, "non è stato ancora dimostrato che il virus passi da un esemplare all’altro per via respiratoria”.  

Ma l’Europa non sta con le mani in mano. “Sono in corso sperimentazioni per capire se il genotipo che ha provocato i casi nelle mucche da latte sia l’unico responsabile o se invece tutti i virus H5N1 ad alta patogenicità siano in grado di provocare infezioni ai bovini”.

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