Napoli, 26 febbraio 2024 – Influenza aviaria in Antartide: ma come può essere avvenuto il contagio? E cosa ci dobbiamo aspettare? Abbiamo rivolto 5 domande a Ivan Gentile, infettivologo Sima, la società italiana di medicina ambientale.
1. Com’è arrivata l’influenza aviaria in Antartide?
"Si può pensare alla migrazione degli uccelli selvatici magari dal Sud America – risponde il professore, docente alla Federico II di Napoli -. E bisogna anche ricordare che la malattia in questi animali si manifesta spesso in forma asintomatica. Quindi, di solito, gli uccelli selvatici sono portatori sani del virus”.
Si può pensare alla migrazione degli uccelli selvatici – risponde il professore, docente alla Federico II di Napoli -. E bisogna anche ricordare che la malattia in questi animali si manifesta in forma asintomatica. Quindi, di solito, gli uccelli sono portatori sani del virus”.
2. Che cosa ci dobbiamo aspettare?
“La prospettiva che davvero preoccupa gli scienziati – spiega Gentile – è la possibilità di un reale trasmissione da uomo a uomo che finora non si è mai verificata. Se capitasse, ci troveremmo di fronte a una nuova pandemia. Il sovraffollamento e la promiscuità con gli animali, in certe parti del mondo, hanno favorito invece in qualche situazione particolare, ad esempio in Asia, la trasmissione da animale a uomo”.
3. Che cosa può accadere in Antartide?
"Difficile rispondere a questa domanda – riconosce l’esperto -. Non possiamo sapere se questi due casi siano soltanto una parte e se la malattia sia già diffusa. Naturalmente, quando si ha a che fare con carcasse di animali morti, bisogna sempre adottare le regole basilari di precauzione”.
4. E’ sorpreso da questa notizia?
"No, vengono spesso segnalati casi di aviaria in varie parti del mondo. Sicuramente per l’Antartide è una novità”.
5. I virus e le capacità ‘mutanti’: quali prospettive?
"Difficile fare una classifica – chiarisce il professor Gentile -. Sicuramente tutti i virus influenzali possono avere la capacità di trasmettersi da animali all’uomo. Ma il vero pericolo è la capacità di riassortire. Pensiamo a un puzzle, che si può comporre e ricomporre sempre in forme diverse. Il virus che fa paura è esattamente questo, prende dall’influenza umana la capacità di infettare gli altri esseri umani e dall’influenza suina la novità. Questo è un mix esplosivo. Nella lotta eterna tra i patogeni e l’uomo, i virus hanno un’arma infallibile che potrebbe farli vincere: sono più adattabili, hanno la capacità di mutare continuamente, di evolversi molto alla svelta. L’innalzamento delle temperature, il sovraffollamento e la globalizzazione sono sicuramente elementi a loro vantaggio”.