Giovedì 31 Ottobre 2024

Sinéad O’Connor, la cantante si confessa nell’autobiografia postuma

L’artista è scomparsa nel luglio 2023, 18 mesi dopo il suicidio del figlio adolescente Shane

Sinéad O’Connor - Crediti Ansa Foto

Sinéad O’Connor - Crediti Ansa Foto

Dall'infanzia difficile al successo, fino all’allontanamento dalle scene. Sinéad O’Connor ha vissuto diverse fasi della sua vita e, nel suo memoir – pubblicato postumo, uscito da poco in Italia col titolo ‘Ricordi’ per Mondadori – la compianta cantante affronta ogni tappa con franchezza e ironia. O’Connor è morta per cause naturali il 26 luglio. Aveva 56 anni. 

Spirito ribelle

Nel suo libro, Sinéad descrive le persone che, nel corso della sua vita e carriera, hanno cercato di dirle cosa dovesse fare. Le consigliavano di non radersi a zero, così come di non avere un figlio subito dopo l'album d'esordio o, ancora, non esporsi pubblicamente su temi delicati e controversi, come quelli della pedofilia e degli abusi in contesti religiosi. Eppure, la sua naturale inclinazione è sempre stata quella di disobbedire. Sin da piccola è stata una ribelle – a tal punto da essere espulsa da scuola – e ha scelto di seguire la sua strada, consapevole che questo l'avrebbe allontanata da ciò che ci si aspettava da lei. Diceva: “Tutti vogliono una popstar, capite? Ma io sono una cantante di protesta”. Nella prefazione, scrive: “Mi auguro, come artista, di ispirare gli altri a essere se stessi”. O’Connor ha vissuto anche un’importante svolta spirituale: nel 2018, dopo essere stata cresciuta come cattolica in Irlanda, si è convertita all'Islam, adottando il nome Shuhada' Sadaqat. 

Fuga dalla realtà

Il libro di Sinéad si distingue per la sua struttura concitata, con capitoli brevi che passano rapidamente da un tema all'altro, mantenendo un certo ordine cronologico. L’autrice scrive in modo essenziale, ma evocativo, non senza qualche nota autoironica. Non fa sconti a nessuno, O’Connor, né a sé, né alle persone a lei vicine. La sua infanzia è stata segnata da episodi traumatici, come le violenze subite dalla madre, che la costringeva a denudarsi, sdraiarsi per terra e ripetere ‘Io non valgo nulla’, mentre la donna la picchiava. Ci sono però anche momenti più teneri e dolci, attimi di poesia e felicità, raccontati con un tocco di nostalgia. Eppure, mentre la cantante riesce a ricordare nitidamente alcuni particolari di quando era piccola, riconosce che gli anni successivi, nella sua mente, appaiono sfocati e respingenti, forse come reazione a situazioni reali insopportabili: “La realtà non mi piace. Non voglio trovarmici dentro”, ha commentato. 

L’incontro con Prince

Nel memoir vengono svelati anche alcuni retroscena dell'incontro tra O'Connor e Prince, l'autore di ‘Nothing Compares 2 U’, forse il suo brano più famoso. Prince l’ha invitata nella sua villa a Hollywood mentre lei era a Los Angeles per gli MTV Awards nel 1990 e le ha mandato una limousine. Una volta arrivata a casa dell’artista, però, quest’ultimo – secondo il racconto di Sinéad – ha cominciato a criticarla per le sue interviste provocatorie. O'Connor non si è trattenuta e gli ha risposto in modo diretto: “Quando gli dissi di andare a farsi fottere, si arrabbiò molto e divenne minaccioso”, ha ricordato nel suo libro. Dopo essere andato via per un po’, Prince è tornato sfidandola a una battaglia di cuscini. Ma Sinéad si è resa conto che all’interno dei guanciali si trovavano oggetti contundenti, che le facevano male. La cantante irlandese è poi fuggita nel cuore della notte, alla ricerca disperata di aiuto.

Episodi shock

Nel 1992 Sinéad ha fatto scalpore. Durante una puntata di ‘Saturday Night Live’ l’artista ha strappato una foto del Papa, all’epoca Giovanni Paolo II. Il suo gesto, che intendeva denunciare gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica, ha suscitato un'enorme polemica e ha portato al suo isolamento mediatico. Nel libro, man mano che Sinéad si avvicina al racconto dei suoi ultimi anni, il suo stile di narrazione diventa più scomposto ed emozionale, in linea con tragedie, traumi e crisi da lei vissuti poco prima della sua drammatica fine.  

Le cause della morte

Sinéad O’Connor si è spenta nell’estate di un anno e mezzo fa a causa di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e asma, come confermato dal suo certificato di morte. La cantante lottava anche con un'infezione alle vie respiratorie. La sua scomparsa è stata registrata ufficialmente dall’ex marito, John Reynolds, il 24 luglio a Lambeth, Londra. Il certificato di morte riporta che la donna è deceduta per “esacerbazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma bronchiale, accompagnate da un'infezione di basso grado delle vie respiratorie inferiori”. Il documento è stato firmato dal medico legale capo, Julian Morris, dopo un esame post-mortem che non ha richiesto altre indagini. L’artista è morta 18 mesi dopo il tragico suicidio del figlio diciassettenne Shane. A lui Sinéad aveva dedicato un commovente post su Instagram, in cui scriveva: “La luce della mia vita ha deciso di porre fine alla sua lotta terrena, e ora è con Dio”, sperando che il suo ragazzo avesse trovato la pace. A sua volta Sinéad ha combattuto a lungo con gravi problemi di salute mentale, soffrendo di depressione. Oltre a Shane, l’artista era madre di Jake, Roisin e Yeshua, ai quali era profondamente legata.