Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Ascoltare dischi insieme e bendati: il trend da Londra

Un'iniziativa all'apparenza destinata al fallimento è invece diventata un successo e sta conquistando anche altre città nel mondo

Alcuni vinili

Alcuni vinili

C'è una curiosa tendenza che è nata a Londra e sta prendendo piede anche in altre grandi città internazionali: implica di ritrovarsi in un luogo, un pub o una sala cinematografica, e pagare un biglietto per sedersi, bendarsi gli occhi e ascoltare per intero un album di musica. Senza interruzioni, senza chiacchiere durante i brani e categoricamente senza telefoni cellulari.

Pagare volentieri per ascoltare musica insieme

Il DJ e produttore Ben Gomori, che si è inventato il format, lo presenta in questo modo: "Ciò che vogliamo fare è trovare il modo di regalare alle persone uno spazio di quiete e pausa dall'intensità della vita moderna". Sulla carta l'idea può sembrare pessima: perché mai una persona dovrebbe pagare un biglietto per ascoltare un disco che potrebbe facilmente sentire a casa, semplicemente connettendosi a Internet e utilizzando ad esempio Spotify? Nonostante questo dubbio, più che legittimo, Gomori è andato avanti lo stesso ed è stato premiato: è emerso che migliaia di persone, anziane come giovanissime, erano ben disposte a investire il proprio denaro in questo modo e anche a sobbarcarsi il viaggio per raggiungere il luogo dell'evento (alcuni sono persino arrivati da fuori Londra). E ora iniziative simili si sono tenute a Berlino, Parigi, Tokyo, New York e Los Angeles: dietro ogni appuntamento c'è sempre la Pitchblack Playback fondata da Ben Gomori nel 2016 proprio per sostenere il progetto di ascolto ad occhi bendati.

Quali dischi si ascoltano?

Una delle ragioni del successo potrebbe essere la qualità del suono garantita agli eventi di Gomori, un aspetto che lui considera fondamentale e che non sempre è presente negli ascolti domestici, spesso privi di sistemi di amplificazione e diffusione propri dell'alta fedeltà. Inoltre, la scelta degli album segue un criterio ben preciso: fornire un'esperienza immersiva. Significa eliminare dall'elenco quei dischi che lavorano su un sound diretto e monodimensionale. Una scelta che non implica una critica a determinati generi musicali (certo rock o certa dance, per esempio), ma che semplicemente risponde alla volontà di avere il suono che non esce solo dai diffusori frontali, ma che sia distribuito su più fonti in modo da circondare gli ascoltatori. Fra gli album suonati da Gomori ci sono dunque 'Screamadelica' dei Primal Scream (1991), 'Kind of Blue' di Miles Davis (1959), 'Currents' dei Tame Impala (2015) e poi dischi di Frank Ocean, Childish Gambino, Radiohead e prossimamente anche Jeff Buckey. Leggi anche: - Hillary e Chelsea Clinton: un libro sulle donne icone - Come prenotare la tua vacanza in un faro - Avventure in treno: da Mosca alla città più fredda del mondo con il Permafrost Express