Torino, 21 agosto 2024 – Paura dei ragni. “L’aracnofobia nel manuale Dsm, di fatto la nostra “bibbia”, viene definita così: “Disturbo d’ansia che fa parte delle fobie specifiche secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5)”. La fobia “si manifesta attraverso una risposta esagerata e sproporzionata rispetto alla reale pericolosità percepita dell’animale, in questo caso il ragno, che nella maggior parte dei casi è minima o nulla”. Questa è premessa di Francesco Cuniberti, psichiatra torinese specializzato nei disturbi d’ansia.
Paura dei ragni, l’identikit di chi la prova
Di solito, ricorda l’esperto, la paura dei ragni colpisce di più le donne “che sono anche le più soggette all’ansia, statisticamente”. Non così importante in Italia, aggiunge, “anche perché da noi non esistono i ragni che si trovano in altre parti del mondo, ad esempio in Australia. Una fobia diventa invalidante quando ti condiziona la vita e ti provoca l’ansia anticipatoria, cioè la paura che ti possa accadere qualcosa, e ti spinge addirittura a non uscire di casa. In Italia è molto più frequente la fobia per i cani”.
Come si manifesta la crisi da aracnofobia?
Le crisi da aracnofobia hanno “i sintomi fisici classici: tachicardia, mancanza di respiro, tremore, caldo o freddo, sudorazione, giramento di testa, sintomi gastrointestinali, in particolare un senso di costrizione alla bocca dello stomaco. Se è troppo intensa, la fobia può scatenare un attacco di panico. Assieme a questo intervengono i sintomi psicologici, come l’idea di perdere il controllo, una sensazione di malessere proprio mentale”. Alla fine la paura dei ragni rappresenta
“il timore dell’ignoto. Le fobie, in estrema sintesi, si possono ricondurre a questo”.