Lunedì 29 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Appello a Sangiuliano: "È il festival dei ragazzi:. Giffoni non può morire"

Ieri la conclusione della 54ª edizione con Valeria Golino e “L’arte della gioia“. Il fondatore e direttore della rassegna: "Allarme per il tetto ai finanziamenti".

Appello a Sangiuliano: "È il festival dei ragazzi:. Giffoni non può morire"

Ieri la conclusione della 54ª edizione con Valeria Golino e “L’arte della gioia“. Il fondatore e direttore della rassegna: "Allarme per il tetto ai finanziamenti".

GIFFONI (Salerno)

Si è conclusa ieri sera la 54ª edizione di Giffoni Experience. Per chi non la conoscesse, è la più grande manifestazione al mondo di cinema per ragazzi. Nacque in un piccolo paesino del Salernitano, Giffoni Valle Piana, nel 1971, grazie all’entusiasmo e alla passione di un ragazzo di neanche vent’anni, Claudio Gubitosi. Adesso, quel ragazzo ha 73 anni. Ma il festival è sempre una creatura sua. Sua, e dei ragazzi. Che a migliaia affollano le strade del paesino, e soprattutto le proiezioni e gli incontri con i registi, con gli attori, le attrici, i campioni dello sport. Cinquemila ragazzi, che venivano – quest’anno – da 33 paesi diversi. Mescolando le loro storie, le loro culture, i loro sogni.

Ieri pomeriggio, ospite dell’ultima giornata, Valeria Golino ha dialogato con i 700 ragazzi della sala François Truffaut a proposito della sua serie tratta dal romanzo di Goliarda Sapienza L’arte della gioia – sei episodi prossimamente in onda su Sky –, che è un coraggioso inno alla libertà personale e anche sessuale delle donne. Con lei, la giovane protagonista Tecla Insolia. Ma ieri è stato anche il giorno in cui l’ideatore, il fondatore e direttore del festival, Claudio Gubitosi, quasi sempre invisibile, nella gestione del complesso meccanismo del festival, ha alzato la voce. E ha lanciato un vibrante appello, dai toni anche drammatici, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Nella conferenza stampa di chiusura del festival, Gubitosi ha detto: "È stata un’edizione memorabile, magica. Con trecento ospiti fra uomini di cultura, di scienze, della politica e delle arti, con registi, attori, attrici, anteprime, con tanti progetti sociali". Ma poi cambia tono. Dapprima lamenta l’assenza al festival di molti big della compagine governativa – dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Fitto, Crosetto, Nordio, Valditara; per finire con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. E proprio a lui si rivolge. Gubitosi ricorda che negli scorsi anni il festival ha partecipato al bando per i contributi ministeriali alle manifestazioni cinematografiche. "Giffoni si è meritato più volte il primo posto in graduatoria, ricevendo finanziamenti di quasi un milione di euro annui". Ma quest’anno qualcosa è cambiato Il ministero della cultura ha infatti imposto un tetto massimo di 400mila euro di contributi. E questo ha colpito – anche se non affondato – proprio il festival di Giffoni. L’unico che superava regolarmente quella cifra, perché giudicato festival di altissimo profilo.

Si capisce l’amarezza di Gubitosi. Che si traduce in un affondo polemico. "Non penso di sbagliare se definisco questo un bando “punisci Giffoni“. Contro un’idea made in Italy, che crea benefici a un intero territorio, che si sviluppa e vive intorno a questo progetto. Se il ministro Sangiuliano fosse venuto avrebbe toccato con mano la nostra realtà, avrebbe capito cosa è stato realizzato in questi anni. Invece, decide di penalizzarci con questo taglio ingiusto, nonostante i fondi statali per i festival siano rimasti identici all’anno scorso".

E quindi, Gubitosi annuncia la sua protesta, quasi alla Greta Thunberg. "È per tutte queste ragioni che nei prossimi giorni andrò davanti alla sede del Ministero della cultura, e lì starò fino a quando non avrò certezze dal ministro Sangiuliano. Con l’unica arma che ho, che è la mia storia, la mia età e quello che sono stato capace di fare. Non mi muoverò da lì fin quando non avrò la conferma che il finanziamento ci verrà restituito".