Martedì 5 Novembre 2024

Sempre più animali velenosi a causa dei cambiamenti climatici

Secondo alcuni studiosi, il surriscaldamento globale spingerà molte specie velenose a spostare il loro habitat naturale in zone altamente popolate dagli esseri umani Cimici cinesi, torna l'invasione. Come debellarle

Foto: Mark Kostich/iStock

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Paura di ragni, serpenti, meduse e pesci leone, cioè di quegli animali d'acqua e di terra che sono velenosi? Rassegnamoci a incontrarne sempre di più per colpa dei cambiamenti climatici in atto: è la conclusione alla quale sono giunti due studi condotti presso l'Università della California e quella di Harvard e pubblicati sulla rivista Wilderness and Environment Medicine, uno dedicato alle creature terrestri e il secondo, più recente, a quelle acquatiche.

Cimici cinesi, torna l'invasione. Come debellarle ANIMALI VELENOSI E CAMBIAMENTI CLIMATICI Tutto ruota attorno al surriscaldamento globale: l'habitat naturale di molti animali velenosi sta progressivamente diventando troppo caldo, mentre le temperature ideali alla loro prosperità si stanno via via registrando in nuove aree geografiche. Di fronte a questo fenomeno gli studiosi hanno identificato due conseguenze: le creature in grado di spostarsi efficacemente altrove lo faranno, le altre sono destinate a registrare un calo significativo del numero di esemplari qualora la loro capacità di adattamento non vada al passo con il cambiamento climatico. Il problema, per gli esseri umani, viene dalla prima conseguenza. RAGNI E MEDUSE DOVE NON TE LI ASPETTI In linea di massima, infatti, il grosso degli esseri umani vive nelle zone temperate, quelle cioè che rischiano di diventare il nuovo habitat di una serie di animali velenosi: per esempio ragni e serpenti del deserto, ma anche le formiche rosse africane o i serpenti di mare, i pesci leone, le meduse irukandji e le cubomeduse (fra le più velenose al mondo). Con la conseguenza di rendere pericolosi terreni e corsi d'acqua che siamo abituati a considerare sicuri. ALLARME PER GLI OSPEDALI Timothy Erickson, coautore della ricerca e medico presso l'ospedale dell'Università di Harvard, sottolinea che allo stato attuale le strutture ospedaliere delle aree geografiche temperate non sono attrezzate per curare punture e morsi degli animali velenosi. E siccome alcuni antidoti sono molto costosi, il sistema sanitario dovrà sobbarcarsi una spesa non indifferente per venire incontro alle future esigenze mediche. Inoltre, sarà opportuna una campagna di informazione che spieghi quali sono le prime contromisure da adottare nel caso si resti vittima di un animale velenoso. Leggi anche: - Abbiamo 12 anni per fermare il surriscaldamento globale - Per salvare le api servono i funghi - Scoperto il più grande dinosauro del Giurassico