Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Gli animali più a rischio di estinzione sono gli erbivori, non i carnivori

Un nuovo studio sfata una percezione diffusa: in realtà la minaccia di estinzione grava più sulle specie erbivore rispetto alle altre

Il 25% delle specie erbivore è a rischio estinzione

L'orso bianco, la tigre, il lupo, il leone: nel nostro immaginario, i carnivori sono l'emblema degli animali che rischiamo di perdere a causa dell'estinzione. Ma si tratta di una percezione inesatta, perché, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, i più minacciati sono invece gli erbivori.

Il team, guidato da scienziati della Utah State University, ha preso in esame oltre 22mila specie di mammiferi, uccelli e rettili presenti nella Lista rossa della IUCN, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, suddividendole in tre gruppi in funzione della loro dieta: a base vegetale, di carne oppure onnivora. Gli esiti hanno sorpreso i ricercatori stessi: circa il 25% delle specie erbivore è in pericolo di estinzione, contro il 15% di quelle carnivore e il 17% di quelle onnivore.

"I risultati sono piuttosto scioccanti", dice la prima ricercatrice Trisha Atwood, "La nostra intensa e pubblicizzata relazione con i predatori, come i leoni e i lupi, ha portato alla percezione infondata che ne stiamo perdendo di più rispetto agli gruppi". Il che, comunque, non significa che possiamo tirare un sospiro di sollievo per carnivori e onnivori: la minaccia resta ovviamente ampia e seria anche per loro. Spiega un altro autore dello studio, Will Pearse: "Quanto scoperto non cambia la natura della nostra corsa per salvare la biodiversità, ma evidenzia quanto velocemente è necessario agire. È vitale preservare e ripristinare gli ecosistemi nella loro interezza, e non solo i carnivori carismatici, se vogliamo mantenere un pianeta sano".

La ricerca ha inoltre rilevato che fra gli erbivori i più soggetti al rischio di estinzione sono i rettili, ad esempio le testuggini, mentre fra i carnivori la minaccia è più alta per i saprofagi (gli "spazzini" che si nutrono di animali morti) e per le specie che mangiano pesci, come gli uccelli marini.

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