Milioni di anni fa sulla mappa terrestre c'era un continente chiamato
Grande Adria, successivamente sprofondato sotto il mantello terrestre. Secondo il team di scienziati che lo ha scoperto, ora si trova
nascosto sotto i nostri piedi, ma ha lasciato dietro di sé tracce visibili. Il suo inabissamento in corrispondenza della placca euroasiatica ha infatti dato origine a rilievi montuosi a noi cari, tra cui le Alpi e gli Appennini.
Dieci anni in cerca di indizi
La squadra internazionale guidata dal geologo Douwe van Hinsbergen dell'Università di Utrecht (Paesi Bassi), ha trascorso un decennio a
raccogliere dati geologici in giro per l'Europa, il Nord Africa e l'Asia occidentale. Studiando i magneti dispersi in modo naturale nella crosta terrestre, gli scienziati sono così riusciti a
tracciare i movimenti della placca tettonica risalenti a oltre 200 milioni di anni fa, quando era in atto la frammentazione del supercontinente Pangea.
Ascesa e caduta di Grande Adria
Lo studio evidenzia che Grande Adria, le cui dimensioni erano paragonabili all'attuale Groenlandia, si staccò dall'Africa
220 milioni di anni or sono, per poi separarsi ulteriormente dalla futura penisola iberica 40 milioni di anni dopo. Il continente scomparso, spiega van Hinsbergen, era in parte coperto dall'acqua, motivo per cui da un ipotetico volo aereo avremmo osservato un
esteso tappeto di arcipelaghi. Grande Adria sopravvisse all'incirca
fino a 120-140 milioni di anni fa, prima che le forze geologiche lo spingessero in profondità sotto l'Europa meridionale.
Cosa è rimasto oggi
L'affossamento di Grande Adria fino a oltre mille chilometri di profondità
ha lasciato in eredità segni tangibili, creando delle "pieghe" nella crosta terrestre che sono facilmente riconoscibili anche oggi. Tra i segni più vistosi e maestosi di questo fenomeno, conclude la ricerca pubblicata su Gondwana Research, ci sono gli
Appennini in Italia, le Alpi svizzere, le Alpi Dinariche nei Balcani, i Monti Zagros in Iraq e Iran e le grandi vette dell'Himalaya.