Venerdì 13 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Andrea Di Luigi protagonista nel noir psicologico 'Il corpo' di Giuseppe Alfieri

Andrea Di Luigi recita nel film 'Il corpo', un noir psicologico diretto da Giuseppe Alfieri, esplorando conflitti interiori e ambizioni personali.

Di film all’attivo ne ha due, e l’ultimo, Il corpo (regia di Giuseppe Alfieri), è uscito nelle sale cinematografiche il 28 novembre. Eppure Andrea Di Luigi, 29enne di Ascoli Piceno con una grande passione per il cinema e la batteria, tradisce l’emozione misurata di chi è consapevole del proprio valore pur essendo all’alba della sua carriera di attore. Anche perché ha già avuto l’opportunità di lavorare con un mostro sacro come Ozpetek, che in Nuovo Olimpo ha raccontato la storia d’amore tra due uomini, Pietro ed Enea (a Di Luigi è stato assegnato il ruolo di Pietro).

Ora gli tocca vestire i panni di Bruno Forlan, giovane ricercatore universitario che nella pellicola di Alfieri, remake dell’omonimo film spagnolo diretto nel 2012 da Oriol Paulo e che vanta nel cast attori del calibro di Claudia Gerini e Giuseppe Battiston, si trova invischiato in un intrigo che lo tocca da vicino. Il corpo di sua moglie, trovata morta nella villa, scompare misteriosamente dall’obitorio. E i sospetti si concentrano anche su Bruno… "Che tra l’altro è un personaggio egocentrico e arrivista. – sottolinea Di Luigi – . Non è stato facile dargli la mia faccia. In un certo senso ho dovuto ’sposarlo’. Ed è stato un matrimonio molto interessante".

Una morte misteriosa e un corpo scomparso, come nei migliori noir. E da questo si possono tirare fuori anche altri messaggi… "Credo che nel film ogni personaggio si confronti con le conseguenze del proprio egoismo e con il bisogno di essere speciali. Tanto più hanno ascolto per loro stessi e si convincono che il controllo e la perfezione siano la soluzione al loro malessere, più gli eventi ’piovono’ su di loro e li consumano… e li rovinano".

Cosa vuol dire per un attore agli inizi lavorare con colleghi come Claudia Gerini e Giuseppe Battiston? "Lavorare con attori del calibro di Gerini e Battiston, e aggiungerei Sartoretti e Campana, è un’opportunità incredibile. Sono straordinari: ogni scena con loro per me è stata una lezione. Sono appassionato del mio lavoro e assorbo molto ciò che vedo, ho molta curiosità. C’è chi è più silenzioso, chi parla di più delle idee che ha prima di girare una scena. Gli approcci sono diversi, e guardandoli mi sono sentito ispirato. Ho cercato di ascoltarli il più possibile, nonostante Bruno sia un personaggio che ha tanto da nascondere e tende a chiudersi in se stesso".

Cosa si aspetta da questa nuova esperienza? E cosa ha dovuto capire di Bruno? "È stata un’occasione unica per mettermi alla prova. Con Bruno il mio obiettivo era capire la profondità del suo conflitto interiore: è un personaggio che si crede invincibile, ma è tormentato da ferite che vengono dal suo passato e ha un bisogno incessante di affermarsi. Ho scritto la sua storia e ho dato una giustificazione alle sue scelte…e ho tifato per lui. Quando ero in difficoltà Alfieri mi ricordava che dovevo soprattutto divertirmi, perché ciò rendeva tutto più vero. È un grande regista".

Il film è un noir psicologico. Cosa significa per un attore cimentarsi con un film del genere? "Credo sia molto divertente. Anche perché ci si immedesima in una circostanza molto lontana dalla vita di tutti i giorni (si spera). Questa storia nello specifico è ricca di momenti in cui la posta in gioco è alta. Bruno è un personaggio estremamente ambizioso e ha anche molta paura di fallire e di perdere le persone che lo amano e lo stimano. La difficoltà stava nel creare questi grandi legami, ma anche il forte bisogno di affermarsi da solo, e far poi vivere la sua personalità attraverso le situazioni, a volte estreme, del testo".

Lei ha recitato anche con Ozpetek. Che esperienza è stata? "È stata un’esperienza importante, anche perché ho cominciato con lui. Ozpetek è un grande regista, lavora molto sul personaggio. E a lui sono ovviamente legato, la mia carriera è partita da lì".

Anche quel film – Nuovo Olimpo – ha un messaggio importante. Quale? "L’amore universale. Che ovviamente va oltre l’amore che vivono, pur brevemente, i due protagonisti, Pietro ed Enea. E Ozpetek nel film parla anche della sua grande passione per il cinema".

A proposito…Come se la passa il cinema in Italia? "Ha avuto molti problemi, ma è vivo. E continua a sfornare cose importanti".