Venezia, 1 settembre 2024 – Per Amos Gitai, regista israeliano da sempre dedito alla ricerca della pace, Israele e Palestina devono sbarazzarsi delle loro attuali leadership per poter arrivare alla pace. Why War, il film che Gitai ha presentato ieri fuori concorso a Venezia, prende le mosse dalla corrispondenza tenutasi, nei primi anni ’30 del Novecento, fra Albert Einstein e Sigmund Freud, che si scrissero e si confrontarono sulla questione di come evitare la guerra. Una guerra che, in quegli anni, era da poco finita e già si approssimava, ancora più terribile.
"Qualche volta, il punto più basso nella Storia è anche il momento della riconciliazione, perché la gente capisce che non si può più andare avanti così. Non ci si può uccidere l’un l’altro e chiamare tutto ciò una vittoria. I due popoli devono capire che stare sotto Hamas non è una buona idea. Non ci saranno diritti per le donne, non ce ne saranno per i cristiani d’Oriente, non ci saranno diritti LGBT, niente. Gli iraniani hanno già fatto questo percorso e sono bloccati lì", ha detto. "Ma noi israeliani dobbiamo sbarazzarci del governo estremista, nazionalista, razzista, ultrareligioso che abbiamo. I due gruppi devono fare piazza pulita, e forse un nuovo ponte può essere costruito".
In Why War Gitai ha scelto di non mostrare immagini del conflitto israelo-palestinese, perché è convinto che mostrare quelle immagini, oggi, serva solo a infiammare la situazione. "Se guardi la tv israeliana, ti mostreranno solo le atrocità del 7 ottobre 2023, le violenze alle donne, i kibbutz dati alle fiamme. Se un israeliano vede quelle immagini, dice: “Ammazzateli tutti“. E i network arabi come Al Jazeera ti mostreranno solo la distruzione di Gaza, e l’uccisione di decine di migliaia di persone, di civili, di bambini. Se fossi un palestinese e vedessi solo quelle, direi: continuiamo la guerra!". Ha aggiunto: "La tv prolunga la guerra. Mostrare le immagini di guerra prolunga la guerra, così abbiamo deciso di fare un film contro la guerra, senza mostrare immagini di guerra".
Il film mette in scena lo scambio epistolare fra i due geni del secolo scorso: il fisico che elaborò la teoria della relatività e il padre della psicoanalisi. "Tutto si basa su questi due grandi pensatori. Einstein fu probabilmente ispirato da Karl Marx, mentre Freud indaga l’anima umana e si chiede perché questi animali così intelligenti, gli uomini, vogliano fare la guerra".