Brividi di una notte in Blanco. È un popolo di adolescenti in preda alle sue tempeste ormonali quello che poco dopo la vittoria del Festival ha regalato all’altra metà di Mahmood l’impresa di bruciare 300mila biglietti, esaurendo in appena 72 ore tutte e 34 le date di quel Blu Celeste Tour che lo terrà sulla strada fino a settembre. Mentre in tv lo svagato Valerio Lundini duetta la sua Brividi con Topo Gigio, Riccardo Fabbriconi alias Blanco, prende la via di teatri e club nell’attesa di sbarcare in estate sui palchi dei festival. E lo fa immerso in un contesto alla Lewis Carrol tra poltrone giganti, tavoli, letti e perfino un orso di pelouche formato “king size” in cui il più meravigliato sembra proprio lui, il ragazzo della porta accanto a cui oggi le fan lanciano in massa i loro reggiseni.
"Abbiamo pensato di portare in scena una versione “XL“ della mia cameretta, perché è partito tutto da lì" spiega il cantante bresciano, 19 anni appena compiuti, sulla pista del Fabrique di Milano dov’è transitato ieri e l’altra sera affiancato dall’irrinunciabile Michelangelo, voce e chitarra, Jacopo Volpe alla batteria ed Emanuele Nazzaro al basso. "Volendo riportare la stessa vibrazione con cui è nato Blu celeste, registrato quasi interamente nella cantina dei miei, non potevamo che partire da lì. Solo i muri evocati dagli schermi sono quelli della casa di Michelangelo dove abbiamo girato Notti in bianco, un video low low budget, duemila euro, che rimane però quello in cui mi sono divertito di più".
Il palco racconta un mondo in bianco e nero. Perché?
"Volevo lasciare un ricordo bicolore a tutti quelli che vengono a vedere il concerto. Pure al pubblico ho chiesto di venire vestito di bianco e di nero. Quello dei film, della tv e delle foto a due colori, infatti, è un mondo che mi ha sempre affascinato. Tutta l’ambientazione ideata dal mio amico architetto Fabio Novembre per il Blu Celeste Tour è un ricordo, il presente (e il futuro) lo facciamo poi sul palco. Questo concerto, infatti, non è per me un punto d’arrivo, ma d’inizio".
Effettivamente sono i primi veri show della sua carriera.
"Per due anni mi sono guardato i concerti su YouTube e averne uno tutto mio era la cosa che desideravo di più. Ai primi due pezzi mi sono detto “ca**o, è tutto vero!“. Il palco è il momento è il massimo dell’amore… meglio del sesso".
I suoi cosa dicono?
"Ho sempre avuto un super legame coi miei genitori, non l’ho mai nascosto perché non m’interessa fare il maschio alfa. A Sanremo mi metteva un filo di ansia sapere che erano lì in platea a guardarmi, mentre ora mi esalta vederli in sala. L’orgoglio di mia madre, che un tempo mi diceva che ero stonato, è la cosa più bella del mondo".
Riti benauguranti?
"Il mio bisnonno regalò una collana con la croce a mio nonno, mio nonno una simile a mio padre e lui una a me. A volte prima di andare in scena la bacio".
A maggio c’è l’Eurovision Song Contest.
"Io e Ale (Mahmood) abbiamo già messo a punto il nostro set ormai da una ventina di giorni. L’occasione è gigante, siamo orgogliosissimi di rappresentare il nostro paese e per questo canteremo Brividi tutta in italiano. Unico dispiacere averla dovuta tagliare di 24 secondi per stare entro il minutaggio stabilito dal regolamento".
A proposito di orgoglio italico, avreste accettato di rappresentare i colori di un altro stato come farà Achille Lauro con San Marino?
"Sinceramente, no. Voglio superbene a Lauro, ma a Sanremo siamo andati per portare la nostra musica, non per puntare all’Eurovision. Il passaggio da una manifestazione all’altra è stato solo una conseguenza della vittoria".