Giovedì 26 Settembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Magazine

Alla ricerca della verità Ustica e le inchieste scomode Addio al giornalista Purgatori

Scomparso a 70 anni per una malattia fulminante. Il film “Il muro di gomma“ è ispirato a lui. Dalla carta stampata al cinema alla tv un cronista che univa notizie e senso della storia.

Alla ricerca della verità  Ustica e le inchieste scomode  Addio al giornalista Purgatori

Alla ricerca della verità Ustica e le inchieste scomode Addio al giornalista Purgatori

di Alessandro Farruggia

Era la sera del 27 giugno 1980 quando un suo amico militare che lavorava al radar di Ciampino lo chiamò per dirgli: "È caduto un aereo civile, è stato abbattuto, non farti fregare". E Andrea Purgatori, all’epoca ventisettenne ma già giornalista di razza nella redazione romana del Corriere della Sera non si è fatto fregare e con la passione civile, la tenacia e il coraggio che gli erano propri, scoop dopo scoop, ha fatto letteralmente da traino alle inchieste sul disastro, arrivando prima dei magistrati e lottando per anni contro il “muro di gomma“, anche quando con lui c’erano solo l’associazione dei parenti delle vittime di Ustica, un piccolo gruppo di colleghi, qualche politico e pochi magistrati.

Andrea Purgatori si è spento a Roma a 70 anni, dopo una breve, fulminante malattia. Era un giornalista d’inchiesta, anzi un cronista come amava dire. Ha indagato su tanti misteri d’Italia, dalla mafia alla scomparsa di Emanuela Orlandi, è stato inviato di guerra e sceneggiatore per la tv e il cinema – in primis quel “Muro di gomma“ di Marco Risi che è un esempio di cinema dell’impegno civile – docente di sceneggiatura, presidente di Greenpeace Italia e conduttore della trasmissione di approfondimento Atlantide, su La7. Le sue inchieste sono entrate nella storia del giornalismo.

Aveva una prosa diretta legata alla realtà dei fatti, alle carte, alle testimonianze che sapeva trovare. Niente frasi ad effetto, ma la potenza dei fatti nel costruire la verità, per affermare la quale non si è fermato davanti a nulla, men che mai le dure accuse dei generali finiti sotto inchiesta e poi prosciolti. La sua battaglia per Ustica non è riuscita a produrre la verità, ma ha aperto squarci inquietanti e ha evitato che le nebbie dell’oblio sommergessero tutto. L’ha trasformata in una pagina oscura ma rilevante della storia d’Italia.

Il cordoglio è vastissimo, dalla presidente del consiglio Meloni, ai leader di partito Schlein, Conte, e poi esponenti di ogni schieramento. "La sua – dice Daria Bonfietti, presidente dell’associazione parenti delle vittime di Ustica – è stata una presenza determinante al nostro fianco, con il suo lavoro ha dato un grande ausilio alla storia di questo Paese". Che la verità su Ustica ancora aspetta.