Lunedì 25 Novembre 2024
Giovanni Bogani
Magazine

Alec Baldwin premiato a Torino: “Negli Usa solo il cinema sa raccontare la realtà”

L’attore, che ha ricevuto la “Stella della Mole”, parla dell’ultimo film, dell’incidente durante le riprese e dell’America. “C’è un vuoto di informazione. Io mi sto riprendendo dopo tre anni difficili”

Torino, 25 novembre 2024 – Dopo Sharon Stone, Angelina Jolie, Rosario Dawson, al Torino Film Festival, ospite d’onore, arriva Alec Baldwin, che ha ricevuto il premio “Stella della Mole“ e che ha presentato al festival Caccia a ottobre rosso, il film del 1990 che ha interpretato al fianco di Sean Connery. Il festival, per la prima volta con la direzione artistica di Giulio Base, rende omaggio all’attore di Getaway, di Malice, del Codice Mercury, all’attore con la faccia da duro e gli occhi di ghiaccio, finito negli ultimi anni in un tritacarne mediatico, dopo la tragedia che lo vide involontario protagonista.

Alec Baldwin al Torino Film Festival
Alec Baldwin al Torino Film Festival

“Sono stati anni molto difficili, per me e per mia moglie – si lascia sfuggire l’attore – La gente non voleva più lavorare con me e questo mi faceva stare male. Ma piano piano, tutto sta migliorando”. È l’unico accenno che Baldwin fa alla tragedia che ha segnato la sua vita recente. Più di questo non dirà: ma è già molto.

Era l’ottobre del 2021 quando Baldwin stava lavorando sul set di Rust, di cui era protagonista e anche produttore. Baldwin, maneggiando una Colt, una pistola oggetto di scena che doveva essere caricata a salve, ha sparato accidentalmente un colpo che ha causato la morte della direttrice della fotografia, Halyna Hutchins, e ferito alla spalla anche il regista, Joel Souza. Come sia finito un proiettile vero nella canna di quella pistola è un mistero ancora insoluto. In questi tre anni c’è stato il processo: Baldwin è stato scagionato da ogni accusa. Il film è stato completato, e le sequenze della chiesa a Santa Fe, quelle di quando è accaduta la tragedia, sono state tagliate. Dopo la tragedia, sul set di Rust si sono usate solo pistole giocattolo e due supervisori alla sicurezza sono sempre stati sul set. Al momento, una condanna è stata comminata alla responsabile delle armi sul set del film, Hannah Gutierrez-Reed, in attesa del processo d’appello.

Rust racconta, per ironia del destino, la storia di un ragazzo di tredici anni che uccide accidentalmente un cowboy nel Wyoming del 1880, e che poi fugge con il nonno, interpretato da Baldwin. Il film è stato proiettato poche settimane fa in prima mondiale al Camerimage di Torun, in Polonia, e l’accoglienza è stata calorosa, con un lungo applauso. Alec Baldwin, all’incontro con la stampa, racconta dell’America, e della situazione dell’informazione nel suo paese. “Che cosa succede? Lo sai soltanto dai telegiornali. Ma le news, le informazioni, in America sono veicolate dal denaro. È un business. E per questo c’è un vuoto nell’informazione. Sui più grandi temi del mondo, gli americani sanno poco o niente. Sul cambiamento climatico, sull’Ucraina... Questo vuoto è riempito in parte dall’industria cinematografica, dai documentari e dai film di finzione”.

E poi torna a parlare della sua vita familiare: “Il figlio che ho avuto due anni fa mi ha cambiato la vita. Sono un padre di otto figli, ho 66 anni: ma questo ultimo bambino mi ha cambiato la vita”. I suoi idoli sono i grandi attori del passato. “Humphrey Bogart, William Holden, Paul Newman. Le grandi star del passato”. Va un po’ più verso il presente quando dice: “Oggi ammiro Robert Redford, Warren Beatty, Jack Nicholson, Anthony Hopkins. Sono il sale della vita. E certo, Robert De Niro. Abbiamo fatto insieme The Good Shepherd – L’ombra del potere. Bob mi guardò, e non disse niente. Poi fece una di quelle sue smorfie – e imita il ghigno tipico di De Niro – e un’altra pausa. Poi mi disse: ‘Bravo. Ma prova a dire le battute un po’ più lentamente. Ok?’. E se ne andò. Io rimasi con le mani che mi tremavamo”.