Giovedì 26 Settembre 2024
Paolo Pellegrini
Magazine

ALBIERA ANTINORI: "BRINDISI COL ROSÉ"

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Un calice di rosé per brindare a una primavera un po’ anomala. Una bollicina per salutare la Pasqua, "in attesa di fare festa quando ci restituiranno la libertà". Albiera Antinori, alla guida con le sorelle Allegra e Alessia (la presidente è lei) della prestigiosa griffe da 21 milioni di bottiglie e 18 tenute tra Italia, Europa e Americhe, lavora tra riunioni via web, e progetti per la ripresa. E intanto anche una bella notizia: Antinori primo brand del made in Italy e numero 6 assoluto tra i World Most Admired Wine Brands 2020, firmata dal magazine Uk Drinks International con Wine Intelligence. Con un bis al numero 34 grazie al vino-brand il Tignanello.

Ci si fa l’abitudine, Albiera?

"No, fa sempre piacere. Questa è una classifica, come adorano fare gli anglosassoni, non un premio, ma fa piacere, considerato anche il piazzamento di Tignanello. L’Italia è ben rappresentata".

Un momento difficile, come lo vive Antinori?

"C’è l’incertezza della ripartenza. L’effetto più pesante cade sul turismo e i ristoranti, e i problemi sono grossi anche per la parte vendita concentrata su enoteche e ristoranti: quella è scomparsa, vanno bene la grande distribuzione e l’online. Siamo solidi ma dobbiamo preoccuparci anche di chi lavora con noi".

E dopo che scommessa giocherete?

"Dipenderà dai tempi per operare. Prima verrà la sicurezza di chi rientra al lavoro; poi, come portare il vino ai clienti, si studiano altre formule, la vendita online e l’aggiunta di prodotti che di solito non trovi. Ma dovremo essere pronti su social e web".

Che vini suggerisce per la primavera e per Pasqua?

"Sono usciti i rosati, lo Scalabrone e il Calafuria, perfetti per questo clima pizzichino ma con il sole, un buon equilibrio tra freschezza e struttura che mi piace in questo periodo. E le bollicine, per la Pasqua e per quando ci rilasceranno".

Suo padre Piero è sempre presente?

"Tutti i giorni in ufficio, adesso collegato in smart working".

Il futuro: la generazione 27 è pronta?

"Sì. Mio figlio Vittorio è in azienda, Verdiana finisce un master in viticoltura tra Francia e Germania. Dei nipoti, Niccolò studia economia, Vivia punta sull’alberghiero. Gli altri sono piccoli".

Quali sono i suoi territori preferiti?

"Per gusto e godimento, i più vicini Tignanello, il Castello della Sala, Bolgheri. Prunotto in Piemonte. Ora stiamo lavorando a belle sorprese anche da Antica, in Napa Valley".