di
Un calice di rosé per brindare a una primavera un po’ anomala. Una bollicina per salutare la Pasqua, "in attesa di fare festa quando ci restituiranno la libertà". Albiera Antinori, alla guida con le sorelle Allegra e Alessia (la presidente è lei) della prestigiosa griffe da 21 milioni di bottiglie e 18 tenute tra Italia, Europa e Americhe, lavora tra riunioni via web, e progetti per la ripresa. E intanto anche una bella notizia: Antinori primo brand del made in Italy e numero 6 assoluto tra i World Most Admired Wine Brands 2020, firmata dal magazine Uk Drinks International con Wine Intelligence. Con un bis al numero 34 grazie al vino-brand il Tignanello.
Ci si fa l’abitudine, Albiera?
"No, fa sempre piacere. Questa è una classifica, come adorano fare gli anglosassoni, non un premio, ma fa piacere, considerato anche il piazzamento di Tignanello. L’Italia è ben rappresentata".
Un momento difficile, come lo vive Antinori?
"C’è l’incertezza della ripartenza. L’effetto più pesante cade sul turismo e i ristoranti, e i problemi sono grossi anche per la parte vendita concentrata su enoteche e ristoranti: quella è scomparsa, vanno bene la grande distribuzione e l’online. Siamo solidi ma dobbiamo preoccuparci anche di chi lavora con noi".
E dopo che scommessa giocherete?
"Dipenderà dai tempi per operare. Prima verrà la sicurezza di chi rientra al lavoro; poi, come portare il vino ai clienti, si studiano altre formule, la vendita online e l’aggiunta di prodotti che di solito non trovi. Ma dovremo essere pronti su social e web".
Che vini suggerisce per la primavera e per Pasqua?
"Sono usciti i rosati, lo Scalabrone e il Calafuria, perfetti per questo clima pizzichino ma con il sole, un buon equilibrio tra freschezza e struttura che mi piace in questo periodo. E le bollicine, per la Pasqua e per quando ci rilasceranno".
Suo padre Piero è sempre presente?
"Tutti i giorni in ufficio, adesso collegato in smart working".
Il futuro: la generazione 27 è pronta?
"Sì. Mio figlio Vittorio è in azienda, Verdiana finisce un master in viticoltura tra Francia e Germania. Dei nipoti, Niccolò studia economia, Vivia punta sull’alberghiero. Gli altri sono piccoli".
Quali sono i suoi territori preferiti?
"Per gusto e godimento, i più vicini Tignanello, il Castello della Sala, Bolgheri. Prunotto in Piemonte. Ora stiamo lavorando a belle sorprese anche da Antica, in Napa Valley".