Giovedì 24 Ottobre 2024
Doriano Rabotti
Doriano Rabotti
Magazine

L’impresa di Alberto Bona, “io e la mia bici dell’800. Il record dell’ora è storico”

L’attore e regista ha pedalato per 20 chilometri con una gamba sola su un biciclo. “Sogno di attraversare la Manica in pedalò. E recito come in Downton Abbey”

Londra, 18 ottobre 2024 – “Vivo una vita vintage, quella che volevo: in Italia non sarebbe stato possibile”. Sembra una battuta, ma la frase di Alberto Bona in realtà è un manifesto esistenziale, e le immagini lo dimostrano: è finito sul Guinness dei primati stabilendo tre record mondiali in sella a un ’biciclo ottocentesco’, sì, proprio quell’antenato delle bici con una ruota gigante davanti e una minuscola dietro.

Classe 1978, nato a Milano ma cresciuto sul lago di Como a Bulciago, fumettista mancato, Bona è un attore e regista indipendente che ha trovato la sua America in Inghilterra, dove è attivo anche con il nome d’arte di Arepo. Nello scorso weekend ha stabilito i record in sella a un mezzo che è diventato un compagno di vita: lo usa anche per giocare a polo…

Alberto Bona ha stabilito il guinness in sella alla sua bici dell'800
Alberto Bona ha stabilito il guinness in sella alla sua bici dell'800

Bona, come nasce questa passione per il biciclo?

“Vivo in Inghilterra dal 2002, prima sono stato a Londra dove per tre anni ho frequentato la scuola di teatro e sono rimasto fino al 2016. Nel mio lavoro da cineasta mi sono specializzato sull’uso della pellicola 16 millimetri. A un certo punto ho deciso di avere un hobby stravagante, che mi permettesse anche di continuare a fare sport. Mi sono detto: perché non imparare ad andare sul biciclo ottocentesco? Se c’è un posto dove farlo, quello è Londra”.

Ed era vero?

“Ho guardato su Google e ho trovato il Penny Farthing Club, li ho contattati e ormai sono otto anni che uso questo mezzo. Anzi, adesso è diventato anche un business con l’amico Neil Laughton, un avventuriero che ha scalato anche l’Himalaya: nel frattempo mi sono trasferito a Frome, nel Somerset, e durante la pandemia ho deciso di investirci sopra. Ho appena acquistato il quarto biciclo con cui offriamo ai turisti un’esperienza unica. Neil a Londra, io a Bath che è a pochi chilometri da Frome, un altro a Brighton: abbiamo creato un circuito”.

Quanto costa un biciclo?

“Sui duemila euro”.

E l’idea del record per il Guinness come è venuta?

“Abbiamo deciso di mettere in piedi una grande kermesse nella quale stabilire alcuni record mondiali, nel weekend dall’11 al 13 ottobre, al velodromo di Herne Hill dove gareggiò anche Fausto Coppi. Alla fine io ho stabilito il primato individuale dell’ora su un biciclo ottocentesco con una gamba sola, perché quello con due gambe era troppo facile. Ho percorso 20,294 chilometri, e ho partecipato a quelli collettivi con la più grande gara in un velodromo, 58 partecipanti, e la più lunga di bicicli con 140”.

Lei in realtà usa questo mezzo anche per lavoro.

“Proprio l’altro giorno ho preso parte a una ricostruzione storica del 1880 per la Bbc, pedalando. Una produzione tipo Downton Abbey, uno di quei bellissimi film in costume all’inglese. Mi diverto e pesco idee per i miei progetti, sul set di queste grandi produzioni”.

E dire che lei aveva iniziato come fumettista con un maestro come Giorgio Cavazzano.

“Avevo anche disegnato strisce per Superbasket con l’attuale ct Gianmarco Pozzecco. Cavazzano è un gigante, un genio. Siamo molto amici, mi ha spinto a capire meglio quale fosse il mio vero estro creativo. Grazie a lui ho cambiato completamente, dapprima lavorando con un gruppo teatrale di Treviso, gli Alcuni, e poi trovando la mia strada a Londra, dove un regista indipendente riesce a cavarsela. In Italia non sarebbe possibile”.

Ormai il suo mondo è in Inghilterra.

“Direi di sì, anche se torno almeno una volta all’anno. E sto ultimando la ristrutturazione di una torre medievale nella Tuscia Viterbese, a Vitorchiano, dove vorrei aprire un studio”.

La prossima sfida?

“Ho un 4% di dna scozzese e sono stato stato adottato dalla nazionale di polo della Scozia, di cui sono capitano”.

Quindi va anche a cavallo?

“No no, polo su biciclo, ovviamente. Mi piacerebbe che potesse nascere una nazionale italiana. Poi vorrei essere il primo a traversare la Manica su un pedalò spinto da un biciclo, ci stiamo lavorando con alcuni ingegneri. Infine, vorrei riuscire a realizzare la mia opera prima, ispirata alla novella di Lawrence La ragazza perduta”.