Roma, 16 giugno 2023 – Al Pacino, 83 anni, è diventato papà di un bambino ed è “in estasi”. La fidanzata Noor Alfallah, 29 anni, ha dato alla luce un maschio, che è stato chiamato Roman Pacino. L’interprete leggendario de Il padrino (tra i tanti capolavori) è diventato padre a breve distanza dall’amico di vecchia data Robert De Niro, che a sua volta, a 79 anni, ha avuto il settimo figlio, si tratta di una bambina, Gia Virginia Chen-De Niro, avuta dalla compagna, la campionessa di tai chi Tiffany Chen.
Al Pacino padre a 83 anni
L’attore aveva annunciato il mese scorso la nascita del suo quarto figlio, e il primo per lei. L’entourage dell’attore ha respinto le insinuazioni che Noor stesse con Al Pacino “per una questione di soldi”. “Lei - ha spiegato un amico - voleva un figlio da anni e Al non poteva che essere più felice. Lui ama Noor e il sentimento è reciproco”.
“Un test per accertare la paternità”
Secondo il sito Tmz, sempre molto ben informato sulla vita delle star, durante la gravidanza Noor si sarebbe sottoposta a un test per accertare la paternità. Al Pacino infatti, per motivi di salute, era convinto di non poter avere più figli. Ma il risultato non ha lasciato dubbi.
L’annuncio della maternità
La notizia della maternità di Noor era stata anticipata a maggio sempre da Tmz. Al Pacino e la 29enne sono fidanzati dall’aprile 2022.
Chi sono i figli (e le donne) di Al Pacino
Alfredo James Pacino non si è mai sposato ma ha avuto relazioni sentimentali con ben 11 attrici avendo da due di loro (l’insegnante di recitazione Jan Tarrant e Beverly D’Angelo) tre figli, di cui ha poi avuto la custodia. La star ha avuto i gemelli Anton e Olivia, che oggi hanno 22 anni, da D’Angelo. La primogenita Julie Marie, 33 anni, è figlia dell’insegnante di recitazione Tarrant.
Noor Alfallah su Instagram
L’infanzia poverissima
Figlio di due immigrati siciliani (il padre lasciò la famiglia quando Al era ancora in fasce), il ragazzo nasce ad Harlem il 25 aprile del 1940, ma la madre, poverissima, si trasferisce nel Bronx e a lui tocca la dura legge della strada: fumatore e consumatore di droghe leggere fin dai 10 anni, ribelle e manesco, non ama la scuola che lascerà a 17 anni. Bussa invano alla porta dell’Actors Studio a 20 anni: dovrà fare la gavetta per quasi un decennio prima che Lee Strasberg riconosca in lui qualità fuori dal comune e lo adotti come un secondo padre. Nel frattempo si mantiene facendo mille mestieri.
La carriera da leggenda
Francis Coppola lo impose ai produttori per il ruolo di Michael ne Il Padrino: otterrà la nomination come migliore non protagonista, ma Pacino contesta il verdetto dicendo che la sua parte non è inferiore a quella di Marlon Brando che invece vince. Risultato? Alla cerimonia non partecipano tutti e due, sia pure per ragioni diverse.
Si trasforma per i ruoli che gli affida Sidney Lumet (prima il poliziotto sotto copertura di Serpico poi il disperato rapinatore di Quel pomeriggio di un giorno da cani), riprende i panni di Michael Corleone per gli altri episodi della saga, recita per Sydney Pollack, Norman Jewison, Oliver Stone, William Friedkin. La contestazione della lobby gay contro Cruising lo getta nella disperazione più nera e per quattro anni non apparirà più al cinema, rifugiandosi in teatro. Lo recupera Brian De Palma che lo porta al successo con Scarface e poi Carlito’s Way. E nel ‘93, dopo una lunghissima rincorsa, vince finalmente l’Oscar con il remake americano di Profumo di donna nel ruolo dell’ufficiale cieco con la regia di Martin Brest.